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Un mendicante che chiede l’elemosina con un codice a barre. Fino a qualche tempo fa poteva apparire come una scena immaginaria di un film distopico o comunque ambientato nel futuro. Ora, invece, è diventata realtà. Quantomeno in Cina. Già, la Cina che, se ancora non è la prima potenza economica mondiale (ma secondo diverse previsioni è in procinto di diventarlo nei prossimi anni), ha già guadagnato da tempo la leadership per quanto riguarda l’innovazione e la digitalizzazione del sistema dei pagamenti.

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Cina, addio a contanti e carte di credito

Contanti e carte di credito stanno diventando obsoleti in Cina. E se l’uso della moneta di carta sta andando via via diminuendo anche in diversi paesi del Nord Europa, la progressiva perdita di ruolo delle carte di credito o di debito è una prerogativa prettamente cinese. Il tutto a causa degli innovativi servizi di pagamento messi a punto dai big della scena tech del Dragone.

Economia informale

Sempre più cittadini cinesi, e non solo quelli più giovani, utilizzano servizi come il WeChat Pay di Tencent e l’AliPay di Alibaba per qualsiasi transazione. Non solo spese importanti come la prenotazione di biglietti aerei o il conto al ristorante ma anche per i pagamenti di piccole o piccolissime cifre, dal caffè al biglietto della metropolitana.

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QRCode anche nei piccoli negozi di provincia

Qualsiasi negozio, anche quelli di piccole dimensioni, ha in mostra sul bancone il QRCode che il cliente può scannerizzare attraverso le app digitali che sfruttano portafogli digitali collegati al proprio conto corrente. E il gioco è fatto in pochi secondi, senza bisogno di carta o di inserire pin o password. E non succede solo a Pechino, Shanghai e nelle altre principali città della Cina. Succede ovunque, anche nelle cittadine di provincia.

 

La giornata tipo di un cittadino cinese

La giornata di un cittadino cinese può dunque prevedere la totale assenza di utilizzo di contanti o carte emesse da istituti di credito. Dalla colazione al pranzo, dal cinema al ristorante per la cena fino al taxi per tornare a casa: tutto può essere pagato con le app digitali. E dunque persino chi fa l’elemosina spesso la chiede offrendo ai passanti il proprio codice a barre stampato su un cartoncino. Banche e istituti finanziari vengono dunque molto spesso scavalcati in un’economia sempre più informale. È sempre più diffusa infatti la diffusione dei pagamenti fra privati, che non prevedono alcun ruolo di mediazione degli istituti di credito. E non a caso anche la Banca popolare cinese si sta aprendo alla rivoluzione tecnologica, studiando la possibilità del lancio di una criptovaluta di Stato per non perdere troppo terreno dai colossi del tech come Alibaba, che ha già sviluppato una propria blockchain.

 

Si muove anche Facebook

La Cina sta aprendo la strada. La rivoluzione potrebbe arrivare presto anche in occidente. Di recente, Mark Zuckerberg ha implicitamente ammesso l’importante ritardo accumulato nei confronti dei competitor cinesi sul campo del mobile payment. Non è escluso che presto anche Facebook possa lanciare servizi sulla falsariga di Tencent e Alibaba. E anche in Italia sarà resa disponibile WeChat Pay grazie a un accordo o tra l’italiana Digital Retex e la piattaforma di pagamenti Docomo Digital.

Le banche tremano

Chiaramente le banche temono molto la svolta pay tech partita dalla Cina. Nelle scorse settimane un dirigente dell’istituto spagnolo Bbva ha avvertito che molto presto Facebook e Amazon negli Stati Uniti, così come Tencent e Alibaba negli Usa, finiranno per sostituire quasi interamente il ruolo delle banche. E ciò che preoccupa maggiormente gli istituti di credito, che chiedono a gran voce interventi regolatori anche a tutela della stabilità finanziaria, il fatto che i giganti del tech hanno a disposizione una leva straordinaria costituita dai loro milioni di utenti in tutto il mondo.