A soli 14 anni Koen Deetman ha fondato la propria startup cercando soci nella community di Soldier of Fortune 2. Oggi ci porta sulla Luna
Siamo in un futuro imprecisato. Quelli che fino a poco tempo fa andavano per la maggiore. L’umanità sta affrontando la peggiore crisi della sua storia che, a sorpresa, non è il Coronavirus ma la fine delle risorse energetiche. Una volta tanto, le maggiori nazioni anziché farsi guerra, creano un’alleanza e fondano la World Space Agency, comunità spaziale internazionale che raccoglie fondi e le migliori menti per iniziare a colonizzare lo spazio. La prima colonia viene inaugurata sulla Luna. Lì gli ingegneri e i minatori trovano riserve in quantità, che iniziano a inviare alla Terra. A un certo punto, però, i contatti si interrompono, le consegne smettono di arrivare e per il nostro pianeta sembra scoccata l’ora fatidica. Alla World Space Agency decidono di tentare il tutto per tutto spedendo un altro astronauta sulla Luna, perché capisca cosa è andato storto sul nostro satellite. Questa, a grandi linee, la sinossi alla base del travagliato Deliver Us The Moon, titolo di KeokeN Interactive le cui sorti, a lungo, sono parse più traballanti di quelle dell’astronauta protagonista del gioco.
Per aspera ad astra
Nato infatti come progetto indipendente al 100%, Deliver Us The Moon era stato buttato sul mercato pressoché incompleto, con la promessa che il resto sarebbe arrivato – prima o poi – in un DLC. Il caso ha però voluto che i ragazzi di KeokeN Interactive incontrassero un finanziatore: Wired Productions, disposto a metterci i soldi a patto però che la prima versione del gioco, incompleta e gratuita, fosse ritirata per essere sostituita da questa che potrete apprezzare su PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One, Microsoft Windows, Linux e Classic Mac OS.
Una startup nata per gioco, giocando online
La storia della startup innovativa dei Paesi Bassi è altrettanto curiosa. È stata fondata da Koen Deetman quando aveva solo 14 anni, cercando soci nella community di Soldier of Fortune 2, il videogioco che all’epoca impegnava le sue giornate. Anche il pinguino che fa da logo alla realtà olandese è legato all’infanzia del founder, dato che rimanda a un pupazzo che Koen custodisce gelosamente da quando aveva 4 anni.
L’Olanda incontra l’Italia
Per molti versi, Deliver Us The Moon è simile a un prodotto sviluppato qui in Italia, per la precisione a Roma, da Storm in a Teacup (li avevamo intervistati qui): Close to the Sun. In entrambi i videogiochi, infatti, ci ritroveremo soli impegnati a esplorare un grande ambiente vuoto in cui riecheggiano gli ultimi momenti di vita dei suoi occupanti. In Close to the Sun si esplorava la Helios, un lussuoso piroscafo che a un certo punto spariva dai radar con il suo carico di Nobel e scienziati, per ricomparire con a bordo decine e decine di corpi straziati. Il giocatore, visitandone gli ambienti derelitti, poteva scorgere i “fantasmi” dei suoi occupanti mentre ripercorrevano gli ultimi istanti della loro vita.
Deliver Us The Moon in modo non dissimile permette di veder proiettati, grazie all’ausilio del nostro solo compagno d’avventura, il robottino ASE, gli ologrammi degli ingegneri e dei minatori che erano nella stazione lunare e alterna anch’esso, come la produzione italiana, tanti enigmi con alcune sparute sequenze d’azione. In Close to the Sun c’erano infatti frangenti nei quali occorreva scappare da qualche presenza, in Deliver Us The Moon capiterà invece di dover fare i conti con le riserve d’ossigeno che ci spingeranno a corse frenetiche verso le zone pressurizzate.
Deliver Us The Moon, a suon di puzzle
Non crediate comunque che sia un gioco d’azione: se si esclude una fugace incursione sul suolo lunare e alcune sequenze a gravità zero, il più delle volte per procedere occorre risolvere piccoli enigmi come inserire delle batterie per fare ripartire i macchinari o scovare la password giusta (solitamente appuntata su qualche post-it in zona) per accedere a un terminale o aprire una porta.
Insomma, Deliver Us The Moon è un’avventura pacata e riflessiva, intervallata da sezioni action che, purtroppo, sono troppo rare e troppo brevi. Per il resto, si presenta con un gioco un po’ troppo guidato e lineare, sorretto comunque da una realizzazione tecnica e da un impianto sonoro d’impatto. Se cercate un titolo fantascientifico che non vi chieda di blastare alieni, e vi è piaciuto il peculiare mix di azione e riflessione dell’italianissimo Close to the Sun, Deliver Us The Moon è il videogame che fa per voi.