MakieLab dal 2012 produce giocattoli con la fabbricazione digitale. La famosa casa di intrattenimento per bambini l’aveva già accolta nel suo programma di accelerazione nel 2015 e ora ne assorbirà tecnologia e piattaforma
La Disney scommette sulle bambole stampate in 3D. La celebre multinazionale statunitense che ha fatto la storia dell’intrattenimento per bambini ha acquisito la startup MakieLab che nel 2012 è stata la prima a produrre giocattoli con la fabbricazione digitale. L’azienda, che fa parte proprio del programma di accelerazione di casa Disney dal 2015, ha sede nel Regno Unito. Secondo Techcrunch si è trattato di una parziale exit cominciata già a luglio del 2016.
La tecnologia di MakieLab in casa Disney
La notizia dell’acquisizione è stata confermata in un post pubblicato il 18 febbraio sulla pagina Facebook di MakieLab. Sul social network, però, non si rivelava il nome della multinazionale: «La tecnologia Makies e la sua piattaforma sono stati acquisiti da un colosso dei media statunitense con il quale speriamo di fare cose straordinarie molto presto», si legge. Alcuni indicatori, però, hanno permesso di risalire con certezza alla Disney. Tra le altre cose, per esempio, sul profilo LinkedIn di Alice Taylor, founder e ceo di MakieLab, è stata inserita una nuova posizione lavorativa: Director, StudioLab presso The Walt Disney Studios.
La prima bambola stampata in 3D
Ancora non si sa in che modo Disney utilizzerà la tecnologia della stampa delle bambole in 3D nella quale MakieLab eccelle. Ciò che è certo, però, è l’enorme numero di giocattoli con marchio Disney che sarà potenzialmente possibile produrre con questo metodo. Ci dovrà comunque essere una mediazione tra la notevole attenzione della mutinazionale americana per la caratterizzazione fissa dei personaggi e la filosofia del fai-da-te che ha sempre contraddistinto i prodotti della startup inglese.
Continuare i vecchi progetti con il nuovo proprietario
I termini economici dell’acquisizione non sono stati resi noti. Questa operazione, però, pone fine all’indipendenza imprenditoriale del team inglese che sarà ora integrato insieme all’innovazione che ha sviluppato in questi anni nella Walt Disney Company. La ricollocazione delle risorse era già cominciata con l’ingresso della startup nel programma di accelerazione della multinazionale. Nelle parole pubblicate su Facebook dall’azienda c’è il dispiacere per non aver potuto raggiungere in maniera autonoma gli obiettivi che si era prefissata, ma anche la speranza che il nuovo proprietario possa continuare i progetti avviati. Il business di MakieLab, d’altronde, ha anticipato i tempi dell’esplosione della moda della stampa 3D nel settore dei giocattoli.
Ritorno al futuro
Dalla sua fondazione la startup ha ricevuto un totale di 3,72 milioni di dollari in 3 round da parte di 6 investitori. Techcrunch fa riferimento ad alcuni fondi che con l’acquisizione sarebbero andati direttamente nelle tasche dei founder. La startup ha colto l’occasione di comunicare la cosa sui suoi canali social anche per ringraziare i tanti clienti che in questi anni hanno dimostrato fedeltà alla prima bambola stampata in 3D e quanti hanno appoggiato il suo progetto che ora «torna al futuro, cioè esattamente da dove era arrivato all’inizio».