La ragione è in uno sticker razzista individuato da un utente: dopo la segnalazione le due app hanno sospeso il motore di ricerca, che sta ripulendo il suo database
Dalle Storie di Snapchat e Instagram sono scomparse le gif. Cioè lo sticker interattivo che dà la possibilità agli utenti di aprire il motore di ricerca delle immagini animate e “appiccicarle” all’interno della propria Storia. Si tratta di una situazione provvisoria, cioè con buona probabilità a breve le amate gif torneranno a fare capolino nelle due applicazioni. Tuttavia il caso è interessante perché tocca ancora una volta l’estrema sensibilità di queste piattaforme, quantomeno sui contenuti che forniscono in prima persona (molto meno su quelli caricati dagli utenti).
Cosa è successo?
Giphy, il partner che fornisce (forniva?) le gif all’interno delle Storie nell’app controllata da Facebook e in quella del fantasmino è stata accusata di razzismo visto che, all’interno della sterminata scelta di immaginette, ne è saltata fuori una utilizzando la parola “crime”, crimine: conteneva un testo offensivo (“N****r Crime Death Counter – Keep Cranking Bonzo, the Numbers Just Keep on Climbing!”) e paragonava le persone di colore alle scimmie. Grande classico del razzismo idiota in tutto il mondo, come Calderoli ci insegna anche in Italia. Per questo il motore di ricerca è stato per il momento escluso dalle numerose possibilità di arricchimento delle Storie sulle sue applicazioni.
Quanto durerà
L’esclusione è avvenuta fra venerdì e sabato e probabilmente in settimana il quadro potrebbe risolversi. Dall’app di Evan Spiegel hanno spiegato che la funzionalità di Giphy verrà reintrodotta quando ci sarà la garanzia “che una cosa del genere non accada mai più”. Instagram, invece, ha detto che sta conducendo “un’indagine sull’accaduto”. Diciamo che, verosimilmente, entrambe stanno dando il tempo a Giphy di ripulire il proprio, immenso database di contenuti compromettenti, inadeguati, volgari o, come nel caso da cui tutto è partito, di matrice razzista.
Dal canto suo Giphy ha spiegato che “un utente ha scoperto una gif offensiva nella nostra library e l’abbiamo immediatamente rimossa visto che viola le nostre linee guida. Dopo un’indagine sull’accaduto ci siamo resi conto che l’adesivo era stato reso disponibile a causa di una vulnerabilità nel nostro lavoro di moderazione e nei filtri. L’abbiamo risolta e passato di nuovo al setaccio tutte le gif”. Come se non bastasse, pare sia in corso anche un parallelo lavoro manuale che dovrebbe concludersi a breve: “Ci prendiamo la totale responsabilità degli ultimi accadimenti e ci scusiamo sinceramente con tutti quelli che abbiamo offeso”.