Così l’innovazione rende la vita più semplice per professionisti ma anche per appassionati. Il segreto per un bel canestro di funghi? Studiare i boschi
Secondo il campione mondiale di raccolta funghi, Giuseppe De Moro, il segreto per un bel bottino sta tutta in una parola: studio. Bisogna studiare i boschi, «devi capire come reagiscono quando c’è poca pioggia, devi trovare le zone umide, gli spazi aperti dove le foglie non fanno da impermeabile al terreno». Questo è il consiglio, raccolto da Repubblica, di chi ha battuto 523 raccoglitori di funghi professionisti, provenienti da 7 nazioni, nel IV campionato mondiale del fungo. De Moro ha vinto il primo premio grazie ai 23 porcini raccolti, per un peso complessivo di 1.950 grammi.
I consigli dal campione fungaiolo
Se per qualcuno la raccolta dei funghi è un hobby, per i partecipanti di questa vera e propria Olimpiade si tratta di una scienza. Così, oltre a tenere gli occhi aperti, si deve studiare. Si inizia però per passione, magari seguendo nonni e padri che per i boschi ci vanno sin da piccoli. Racconta De Maro: “Anche mio nonno Giovanni è stato un maestro. Mi diceva: raccogli ciò che vedi, non ciò che è nascosto”. E occhio a come li si raccoglie, questi tesori: “Odiava chi usava i rastrelli e anche chi distruggeva i funghi velenosi”, ricorda il campione. “Nessuno deve accorgersi che sei passato nel bosco, si raccomandava”.
Non perdiamoci
Il nostro tempo è prodigo di soluzioni tecnologiche ad ogni dilemma della quotidianità. Ecco dunque qualche utile strumento anche per questo sport, specie si è dei novellini. Track my Mushrooms è un’app che prima di tutto serve per non perdersi nel bosco. È possibile impostare il proprio giro, in modo da evitare i posti in cui si è già cercato. Inoltre è possibile segnalare sul percorso fatto i funghi trovati, in modo da creare un database dell’ecosistema fungino della zona esplorata.
Myco Free, iFunch e le altre app per i neofiti
Per diventare raccoglitori professionisti è fondamentale imparare a conoscere i funghi e magari salvarci la pelle, evitando di mangiare specie velenose. Lo smartphone ci viene in aiuto. Per iPhone e iPad sono disponibili app come Myco Free. Contiene informazioni su 50 tipi di funghi, corredati da immagini. Ci sono dati relativi all’habitat, alla commestibilità e alle somiglianze, che possono portare a confondere i funghi raccolti con altri non commestibili. Tutte le informazioni sono disponibili anche online: non è detto che nel bosco ci sia sempre campo.
iFunch di specie ne elenca 420, corredandole di foto. Inoltre il sistema di individuazione si basa sulle caratteristiche morfologiche e cromatiche. Si potrà anche testae la propria conoscenza fungina attraverso un quiz a risposte multiple.
Per Android c’è MushTool: identifica i funghi che si trovano lungo il cammino con immagini di alta qualità, corredate dal commento di un’esperto. Permette inoltre di cercare posti dove mangiarli – i funghi – dopo una giornata passata a cacciarli. Quando tornate a casa con il bel raccolto, attraverso questa app potrete scegliere la ricetta più adatta da preparare.
La tecnologia per coltivare i funghi
L’innovazione applicata al mondo fungino non è solo per gli smartphone. Infatti, qualora non abbiate modo di vagare per i boschi, cestello al braccio, per trovare le creature più gustose, si può ricorrere ai funghi coltivati. C’è chi ad esempio ha iniziato a creare allevamenti fungini partendo dai fondi di caffé. È il caso di Daniele Gioia, creatore di RecoFunghi, che ha iniziato a coltivare funghi in Basilicata sfruttando i fondi di caffè come fertilizzante. Stessa linea adottata anche da Funghi Espresso, creata da Antonio Di Giovanni e Vincenzo Sangiovanni, un agronomo e un architetto che hanno improntato la propria attività fungina al riciclo. L’impresa è stata ospite del Padiglione Italia di Expo 2015. Entrambe le startup si ispirano ai principi della Blue Economy: tecnologie a bassissimo, quasi nullo, impatto ambientale.
Le regole per la raccolta funghi
Se volete dedicare il vostro tempo alla raccolta dei funghi, non dimenticate però le norme previste dalla legge italiana e alcuni consigli del Corpo Forestale. Innanzitutto in alcune regioni hanno previsto l’obbligo del possesso di un tesserino, rilasciato dall’Ufficio Provinciale. A questo documento si dovrà allegare anche l’attestato di partecipazione ad uno specifico corso. Le regioni in cui questi documenti sono obbligatori sono: Lazio, Abruzzo, Umbria, Toscana, Campania, Molise, provincia autonoma di Trento e Bolzano. La legge disciplina anche la raccolta e la commercializzazione dei funghi: sono indicate le specie, le dimensioni e il quantitativo massimo di funghi che si possono raccogliere, oltre al calendario dei giorni in cui questa attività è permessa. Attenti alle aree protette, alle riserve e ai parchi nazionali: qui la raccolta è vietata.