A Vinitaly anche Fattoria Casabianca, la prima a ottenere la certificazione di vegano per il Chianti. Tutto biologico e cruelty free, tappi riciclabili, etichette in carta riciclata. I risultati? Un +60% di vendite nell’export
Il primo Chianti vegano sta facendo il boom di export. La prima annata delle bottiglie con il bolllino cruelty free sta facendo segnare un +60% nelle esportazioni e un aumento delle vendite di circa il 40% in Italia. Un primo bilancio (niente male) fatto registrare da Casabianca, tenuta vitivinicola senese, che a inizio 2015, per prima, ha ottenuto la certificazione vegan per il Chianti Colli Senesi e l’intera linea di vini.
Un Chianti cruelty free dalla vendemmia 2014
L’azienda ha ricevuto la certificazione cruelty free a partire dalla vendemmia 2014 che è stata rilasciata dopo un complesso iter procedurale che ha portato a tracciare ogni passaggio della produzione dalla vigna all’uva, dalla bottiglia al packaging da parte di Csqa di Vicenza, azienda leader nelle certificazioni della tipicità e qualità dei prodotti agroalimentari ed enologici. “L’interesse che abbiamo riscontrato intorno alla nostra scelta di certificare i vini con il bollino vegan segna un risultato che non ci saremmo aspettati”, ha detto Alberto Cenni, amministratore delegato di Casabianca.
Vigneti in un’oasi incontaminata
La filosofia parte dalla terra dove crescono i vigneti: un’oasi incontaminata con due riserve naturali all’interno e oltre i confini dell’azienda, incastonata in uno degli angoli più caratteristici della Toscana. E Casabianca rilancia ulteriormente l’impegno green: a partire dall’annata 2016, che viene presentata al Vinitaly (padiglione 9 stand 16), ogni parte del confezionamento del vino è stata improntata a ridurre al minimo l’impatto sull’ambienta: le bottiglie sono più leggere (con un taglio pari a circa il 25%) per un risparmio di 3 tonnellate di vetro all’anno, i tappi sono riciclabili e ricavati da biopolimeri rinnovabili e a base vegetale, così come le capsule che oltre ad essere riciclabili sono prive di colle. “Un messaggio – si avverte – in difesa dell’ambiente e della natura che Casabianca comunica anche attraverso il nuovo logo e le nuove etichette realizzate su carta riciclata e ideate dallo studio McBrains di Siena, ispirate al rapporto con il territorio e al paesaggio della Toscana”.
Solo vino biologico e vegano
Le innovazioni green riguardano l’intera linea di vini di Fattoria Casabianca formata da Chianti Colli Senesi Docg, di cui fanno parte una base e due Riserve, e Igt, costituita da due bianchi, un rosato e due rossi, per una produzione di circa 400 mila bottiglie l’anno, tutte biologiche, vegan e con denominazione di origine. Una produzione dove si fondono innovazione e tradizione, a Casabianca vengono ancora coltivate uve autoctone come il canaiolo e uve non comuni per la viticultura italiana come il viognier da cui nascono il rosso Loccareto e il bianco Cleo che stanno riscuotendo grande successo sul mercato.
“Una attenzione in più verso i consumatori”
“Il nostro obiettivo è produrre vini che siano sempre più espressione del territorio: per questa ragione accanto alla conduzione biologica e alla certificazione di origine, Docg e Igt, abbiamo puntato sul bollino vegano che significa un’attenzione in più verso i consumatori”, aggiunge Cenni. Attenzione che si è rivelata vincente per Casabianca: “Il bilancio non è ancora definitivo ma ci stiamo assestando su un aumento intorno al 60% delle esportazioni, con una particolare crescita negli Stati Uniti e in Inghilterra. Senza dubbio siamo stati avvantaggiati anche dalla crescita generale del volume delle esportazioni dei vini italiani, e di quelli toscani in particolare, ma al tempo stesso siamo convinti che specialmente all’estero ci sia grossa attenzione verso prodotti con una qualità certificata e una spiccata attenzione all’ambiente”.