Dal registro dei pescherecci autorizzati alla cattura del pescespada alla riapertura (con regole precise) della tonnara di Favignana: l’Italia è in prima linea (lo dice Oceana) per la pesca sostenibile
L’Italia sta dando il buon esempio per la sostenibilità della pesca. Come riportato recentemente da Oceana, l’Italia è stata il primo Paese europeo ad aver istituito un registro per i pescherecci autorizzati alla cattura del pescespada. Dagli anni 80, si è registrata la diminuzione di 1/3 della presenza di pescespada nel Mediterraneo e il 2013 è stato l’anno dei dati più preoccupanti.
Supervisione sulla cattura del pescespada
La pesca illegale del pescespada continua a essere diffusa e le norme poco chiare e uniformi emanate dalla ICCAT, la Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico, non aiutano a creare un sistema adatto. I dati del registro ICAAT relativi al 2015 erano stati fortemente imprecisi per quello che riguarda il numero di pescherecci italiani autorizzati alla cattura del pescespada: la cifra fornita, pari a 8.400 navi, si è rivelata 10 volte superiore al numero reale, poi inserito nel nuovo registro nazionale. L’inserimento di un registro permetterà al nostro Paese di avere una precisa supervisione sulla cattura del pescespada e poter quindi sviluppare adeguati strumenti per la sua conservazione. Per questa ragione, Oceana invita gli Stati europei a istituire registri simili, che dovranno regolare il quantitativo di pescespada catturabile e inaugurare un nuovo modello di pesca, più trasparente e monitorata.
La tonnara di Favignana
Ma l’impegno italiano non finisce qui e prosegue con la riapertura della tonnara di Favignana, che sarà promotrice di un modello di pesca sostenibile. È questa l’idea del Comune di Favignana che ha chiesto alla direzione pesca del ministero delle Risorse agricole di poter riavere le quote tonno. Un diritto perso nel 2008 dopo che la cooperativa “La Mattanza”, che aveva in gestione la tonnara, non ha più calato le reti. L’amministrazione comunale vuole supportare l’iniziativa recentemente intrapresa da un imprenditore, intenzionato a ripristinare la pratica della tonnara nell’isola di Favignana. “La tonnara – spiega il sindaco di Favignana, Giuseppe Pagoto – ha costituito e potrebbe costituire ancora, per la comunità egadina, un patrimonio inestimabile in termini sociali, culturali, identitari ed economici. Emerge la necessità di trovare un equilibrio tra le politiche di tutela ambientale, avviate e consolidate in questi anni dall’Area marina protetta, e queste esigenze socio-economiche del territorio, profondamente legate alla tradizione”. “Puntiamo – conclude Pagoto – a fare installare la tonnara più sostenibile d’Italia”. La tonnara, che è sempre esistita alle Egadi, è un punto fermo per un modello di pesca sostenibile: si catturano solo tonni adulti, che si sono già riprodotti, evitando catture accidentali di specie sottotaglia o specie non bersaglio. Qualora il progetto dovesse concretizzarsi, la tonnara dovrà seguire le regole di sostenibilità imposte dall’Area Marina protetta delle Egadi.