La prima vi consiglia dove cenare, il secondo vi porta direttamente al ristorante. Cosa accade con lo sbarco in Italia di Zomato e Uber
Non di singoli vive l’impresa, men che mai la startup. La storia economica mondiale ci consegna, ormai da decenni, esempi di alleanze di vario spessore tra aziende di ogni grandezza, capaci di sovvertire le normali regole matematiche, secondo le quali la somma basilare di 1+1 fa 2. Infatti sono spesso infinite le potenzialità di partenariati commerciali efficaci, spesso in grado di moltiplicare gli introiti dei singoli attori. Ad ogni ordine di grandezza, siano esse multinazionali o, per esempio, startup di successo con aspirazioni ben più che legittime. È questo il caso dell’accordo tra Zomato e Uber, due delle realtà più felici e discusse, almeno nel caso della seconda, degli ultimi tempi.
Uber e Zomato: chi sono?
Uber, fino ad ora, ha avuto poco o nulla a che fare con il food. La sua app consente agli utenti di noleggiare un servizio di trasporto privato interagendo direttamente con gli autisti e tracciarne addirittura il percorso. In poco meno di cinque anni, dalla San Francisco assai cara mezzo secolo fa ai Mamas&ThePapas, il suo servizio è arrivato in tutti i continenti, fronteggiando quasi ovunque orde di tassisti arrabbiati e processi che non sempre l’hanno visto uscir vincitore. Zomato è invece un’app di ricerca di ristoranti, con un database che raggiunge il milione e mezzo di locali schedati, sparsi in ventidue Paesi. Ne avevamo già parlato qui: anche lei, indiana d’origine, in breve tempo ha conosciuto fama (e volume d’affari) mondiale. Il suo punto di forza è l’aver raccolto i menu dei locali, con relativi prezzi, così da permettere ai propri utenti, detti foodie, un confronto veloce e trasparente. Quest’ultimi, inoltre, possono usare l’app come un vero e proprio social network, scambiandosi consigli e opinioni sui ristoranti recensiti. In occasione dell’Expo, inoltre, ha anche progettato un minisito per i ristoranti dei vari padiglioni.
Crescita esponenziale
L’Italia è il quattordicesimo Paese in cui questa apparentemente strana alleanza prende piede. Con il nuovo accordo gli utenti che si serviranno di Zomato per scegliere il ristorante, potranno godere di un servizio aggiuntivo: sul display vedranno comparire infatti, sotto l’indirizzo del locale, l’integrazione e il riferimento a Uber, con il tempo di arrivo del conducente più vicino, la sua tariffa e la durata del viaggio. Insomma, col minimo sforzo del pollice destro i foodies, in pochissimi minuti, possono organizzarsi la propria serata in totale relax. “Uber e Zomato sono due realtà in crescita esponenziale: sono arrivate da poco tempo in Italia ma si stanno già affermando come leader nei rispettivi settori” – afferma il giovane Country Manager Italia di Zomato, Guk Kim – noi cerchiamo di fornire ogni giorno un servizio sempre più completo ai nostri clienti e collaborazioni eccellenti come quella con Uber offre loro un’esperienza del tutto nuova”. Anche da Uber i toni sono più che soddisfatti. Come dice infatti Elena Lavezzi, Marketing Manager di Uber, “Questa partnership racconta gli orizzonti verso cui si muove Uber in Italia: continuare a offrire servizi tagliati sulle esigenze dei cittadini e, contemporaneamente, aprirsi a un mercato per noi nuovo, quello del food”.