Un giro per l’Ifa, la grande fiera di elettronica in corso a Berlino, e l’incontro con la startup tedesca che vuole digitalizzare il mondo della cucina nello stesso modo in cui le fotocamere hanno cambiato quello delle foto
BERLINO – C’è talmente tanto, in giro per l’Ifa in corso fino al 9 settembre nella capitale federale tedesca – l’Internationale funkausstellung, la più grande fiera europea dedicata all’elettronica di consumo – che abbiamo preferito saltare a piedi pari i forni intelligenti, le macchine per l’espresso connesse, i piani cottura rivoluzionari, gli anti-Bimby wannabe (alcuni davvero ambiziosi). Li conosciamo, in fondo. Basti pensare, con un rapido calcolo a spanne in base ai dati diffusi dagli organizzatori, che solo nel settore “Household appliances: small”, cioè piccoli oggetti per la casa, sono catalogati quasi duemila prodotti in esposizione. Non tutti lanciati quest’anno, certo. Ma neanche pezzi d’antiquariato. Buona parte di questi è dedicata al mondo della cucina.
Fra innovazione e fondamentali
Per questo, nell’infinita schiera di aggeggi e gadget traboccanti dall’altrettanto sterminato panorama degli stand, abbiamo preferito salvarne uno. Perché, dal punto di vista culturale, ci pare la giusta via di mezzo fra innovazione e fondamentali. Nel senso: potrai avere tutti i microonde smart che vuoi, potrai rivoluzionare la cucina con ogni meccanismo domotico che intendi installare, ma se non sai cucinare non sai cucinare. Ecco perché la soluzione proposta da un gruppo di startupper tedeschi allo stand 203 del padiglione 8.1 sembra fare al caso nostro. Si chiama Cuciniale ed è un’accoppiata sensore-applicazione per andare molto oltre i soliti termometri da cucina.
Vogliamo digitalizzare il mondo della cucina nello stesso modo in cui le fotocamere hanno cambiato quello delle foto
Nel team c’è un po’ di tutto. E non sono tutti giovanotti. Anzi. Cuochi esperti, ovviamente. Poi programmatori, matematici, scienziati del cibo, ingegneri, specialisti del marketing. “La nostra visione è questa – spiegano – digitalizzare il mondo della cucina nello stesso modo in cui le fotocamere digitali hanno cambiato il modo di fare le foto”. Quale la ragione di tanta sicumera? Semplice. Grazie a GourmetSensor – che appoggerai nel liquido di cottura o infilerai con delicatezza nel tuo straordinario controfiletto – l’applicazione GourmetPilot (del pacchetto esistono due versioni, l’edizione per i principianti e quella per gli chef, costano entrambe 129,99 euro) ti guiderà verso la realizzazione perfetta. Determinando facilmente il livello del fuoco necessario, lo stato di cottura e altre fondamentali informazioni analizzando la variazione della composizione chimica delle pietanze mentre sono in pentola o in padella. L’ultima novità, presentata proprio a Ifa, è un piano cottura intelligente che interagisce con l’applicazione.
Affidati a GourmetPilot
Vuoi diventare un provetto Ratatouille? Basta scegliere il piatto che intendi cucinare, inserire alcune indicazioni di base legate alle tue preferenze e seguire le istruzioni in tempo reale che GourmetPilot ti invierà su iPhone, iPad e iPod. “GourmetPilot – continua la squadra, capitanata dal fondatore e Ceo Holger Henke e da un altro personaggio davvero singolare, il Cto Philipp Ochtendung, laureato in ingegneria biomedica ma anche capo chef e capo programmatore che si è fatto le ossa in un ristorante a tre stelle Michelin – vi svelerà l’intensità ideale e i tempi di cottura in base al cibo e ai gusti personali”. Insomma, la valutazione avviene in tempo reale incrociando una quantità di dati, le ricette e le preferenze. Ben oltre il singolo parametro della temperatura, spesso insufficiente. Al solito: tante parole ma è più semplice fare che spiegare.
Basteranno un sensore smart, un’applicazione sul tablet – occhio a non usarla, la tavoletta, per affettare la provola – o una manciata di fornelli smart per trasformarci in chef laureati? Probabilmente no. Potrebbe però aiutarci a capire il senso dell’innovazione in questo settore: un passo verso il futuro con un piede ben saldo nelle basi. Cucinare – anzi, cuciniale – per credere.