E’ in Olanda il primo ristorante dove si mangia cibo sintetico: Bistro in vitro, piattaforma futuristica, è seguita da chef e ricercatori. I piatti? Basta dare un’occhiata al menu
Un ristorante dove viene servita carne creata in vitro. Esiste, anche se Bistro in vitro è (per ora) una science fiction made in Olanda, che sta però coinvolgendo e appassionando scienziati, chef e studiosi da tutto il mondo. Il per ora è d’obbligo, dato che – come precisano i fondatori del progetto – il settore delle biotecnologie alimentari si sta rinnovando esponenzialmente.
Concept futuristico
Il concept è decisamente futuristico, ma i creatori del sito sono riusciti in un’eccelsa opera divulgativa, coinvolgendo il fruitore e l’appassionato curioso di tecnologie. Sul sito c’è infatti una sezione, dov’è possibile prenotare un tavolo virtuale nel ristorante di Bistro in vitro, scegliendo il proprio menu e partecipando all’estrazione di un libro con ricette tutte “made in vitro”.
La premessa del progetto
Il cambiamento ambientale, l’esaurimento delle risorse, l’allevamento intensivo e lo scarso equilibrio mondiale della distribuzione del cibo pongono molte sfide al settore alimentare, soprattutto in vista del vertiginoso aumento della popolazione mondiale previsto per il 2050, che stando alle stime attuali sarà di circa nove miliardi di persone. La Next Nature, fondazione che vuole rilanciare una nuova vision di come sia possibile unire tecnologia e natura, e il Submarine Channel, un canale che tratta anche documentari online, hanno scelto di lanciare Bistro in Vitro come una sfida e con un atteggiamento di cooperazione, che invita tutti a fornire il proprio parere sul progetto. L’obiettivo è riflettere sull’etica, l’estetica e la sostenibilità del cibo sintetico e sulle possibili ripercussioni e soluzioni per una nuova cultura alimentare.
L’atteggiamento del pubblico
Quello che per ora è solo una science fiction potrebbe essere semplicemente un’anticipazione del futuro. Ma il pubblico è pronto al cibo sintetico? La maggioranza delle persone risponderebbe in maniera negativa, perché si tende a pensare che gli alimenti creati in laboratorio siano di qualità nettamente inferiore rispetto a quella freschi. Come spiegano i ricercatori che lavorano al progetto, le persone che spesso criticano queste tecnologie, però, sono spesso i primi a consumare prodotti altrettanto artificiali, come il prosciutto in scatola e carne di pollo a cubetti.
Cibo sintetico: futuro o fantasia?
Sono diversi i ricercatori che considerano il cibo sintetico una valida soluzione per un modello alimentare sostenibile. Alcuni sembrano convinti che le cellule staminali cresciute in un bioreattore possano essere la chiave di volta per eliminare le diseguaglianze alimentari nel mondo e superare la limitazione delle risorse disponibili. Solo tre anni fa, è stato consumato il primo hamburger cresciuto in laboratorio; il pubblico, comunque, non sembra ancora pronto a un cambiamento così radicale delle proprie abitudini alimentari. Come precisano i visionari di Bistro in Vitro, la sfida, per ora, non è il cambiamento di cultura del pubblico, ma lo studio e la ricerca delle soluzioni che queste tecnologie possono davvero offrire all’umanità.