Già 200 ristoranti a Milano, 60 a Torino, due country manager: nel food delivery di lusso (da ristoranti medium & high level) Foodora punta alla leadership di mercato. Ecco le strategie
Rocket Internet ci crede. Tanto da ingaggiare, per il lancio in Italia di Foodora, non uno ma due country manager. Il primo, Matteo Lentini, classe 1988, si occupa di sales&marketing. Laureato in Economics and Management of Innovation and Technology ha alle spalle esperienze si lavoro per startup di Rocket Internet nel sud est asiatico e in Russia (business developer di Lazada head of operations per Foodpanda e successivamente come COO per Delivery Club in Russia). Gianluca Cocco è il Co-Managing Director focalizzato sulle operations e account management. Classe 1987, ingegnere meccanico, dopo due esperienze in Roland Berger Strategy Consultants. e Cameron ha fatto parte del team Amazon in cui gestiva il business retail del prodotto Books in Italia. “Si tratta di un business molto complesso – commenta Gianluca – ma l’Italia è un mercato strategico che offre grandi opportunità”. Non a caso il colosso tedesco ha dedicato risorse al Belpaese, in modo da formare un team completo di sviluppo: 20 persone su Milano e quasi 10 su Torino, tutte under 26 e divise in sales, marketing, account management e operations.
Già oltre 200 ristoranti
In meno di tre mesi Foodora è già partita a Milano (dove oggi conta oltre 200 ristoranti) e Torino (con 60 e un team dedicato, basato in Talent Garden). Ma la strada per una startup che si occupa di food delivery da ristoranti medium & high level non è certo priva di curve. Prima di tutto il mercato italiano è immaturo sia in materia di food delivery che, soprattutto, in fatto di pagamenti digitali. Secondo luogo i competitor sono tanti. Dalle piccole startup locali (Foodracers, per esempio, consegna già in diverse città di provincia italiane, chissà che Rocket non stia pensando di acquisirla…PizzaBo docet) a quelle internazionali, appena arrivate ma decisamente “aggressive” (Deliveroo, startup inglese da 140 milioni, è appena entrata sul mercato italiano con 20 risorse dedicate).
Mercato in crescita
Come far fronte alle “minacce”? “Deliveroo è simile a Foodora, – commentano i country manager – ma il mercato è in forte crescita e c’è spazio per tutti, avere concorrenti è un’opportunità, non un limite. Perché il maggiore competitor in Italia è la mentalità: bisogna scardinare quella dell’ordine telefonico e del pagamento alla consegna e insieme si può”. E aggiungono per evidenziare una differenza con gli altri esperti di food delivery: “Noi, rispetto a loro, abbiamo alle spalle una vera e propria corporate strutturata”.
La sfida di Foodora
Che ha lanciato in pochi mesi Foodora in 21 città in 14 paesi in giro per il mondo: “In alcune siamo già arrivati a break even, in Italia stiamo seguendo il loro esempio”. Rocket sta infatti cercando di creare il maggiore gruppo di consegna di cibo al mondo, da Food Panda a Delivery heros, passando per Foodora, che si posiziona come il Black label della filiera. “L’esperienza con Foodora – proseguono i due – è di alto livello: con un costo aggiuntivo di soli 2 euro e 90 puoi ricevere a casa i piatti dei tuoi ristoranti preferiti con un’esperienza di alto livello, dalla scelta, alla consegna entro 35 minuti, al tipo di presentazione del cibo, esattamente come al ristorante”. Certo, la sfida non è da poco. Quali sono i prossimi passi alla conquista del mercato? “Completeremo la selezione di nuove risorse e continueremo il percorso per migliorare servizio per i clienti. La crescita è stata significativa a Milano e Torino, partita due settimane fa, sta già dando ottime soddisfazioni, dimostrando come sia una città pronta ad accogliere l’innovazione e le novità”.