Eat Offbeat, azienda fondata nel 2016 da due fratelli libanesi, serve a domicilio piatti delle tradizioni culinarie orientali. Dopo la decisione presidenziale di bloccare gli immigrati musulmani, ha registrato un’impennata delle ordinazioni
Il Muslim ban di Trump può, per contrasto, fare “bene” a una startup di rifugiati. È quanto è successo a Eat Offbeat, azienda americana che si è inventata uno stile anticonvenzionale di ristorazione e consegna di cibo a domicilio e che nell’ultima settimana ha visto raddoppiare le sue vendite. Il suo staff è composto integralmente da rifugiati e i piatti serviti sono difficilmente reperibili nei menu negli Stati Uniti perchè appartenenti ad altre tradizioni culinarie. È forse per questo che si è verificata una crescente attenzione nei confronti di un progetto imprenditoriale dai risvolti sociali proprio nei giorni in cui il presidente Usa decideva di lasciar fuori dagli Stati Uniti immigrati e turisti provenienti da 7 paesi a maggioranza musulmana.
Vendite raddoppiate
«È cominciato tutto lo scorso weekend dopo l’ordine esecutivo presidenziale: già lunedì e martedì abbiamo iniziato a ricevere moltissimi messaggi di persone che volevano sapere come potevano aiutarci», racconta a Fast Company Manal Kahi, ceo e co-founder di Eat Offbeat e lei stessa emigrata dal Libano. Eat Offbeat letteralmente significa “Mangia anticonformista“: i talentuosi chef stranieri selezionati dalla startup riescono a cucinare pietanze mai viste anche nella multietnica New York City. Dal Nepal arrivano delle polpette chiamate chari bari e dei ravioli chiamati momos. Dalla Siria arriva l’insalata eech. Dall’Iraq arriva una particolare versione delle kibbeh, crocchette di patate stufate con carne e cipolle.
Ordinazioni per tutto il mese
La tendenza positiva del business di Eat Offbeat è ormai costante da quando l’iniziativa è stata lanciata, un anno fa. L’idea era venuta a Manal che, arrivata nella Grande Mela per studiare, non riusciva a trovare da nessuna parte hummus buono come quello preparato dalla nonna. Da qui l’intuizione di mettere su una food delivery specializzata in prodotti orientali. L’ordine esecutivo di Trump ha dato, però, un’ulteriore spinta al progetto, tanto che l’azienda ha dovuto impiegare tutti i 14 chef che di solito lavorano part-time e assumere altri addetti per smaltire il carico di consegne a domicilio accumulate. Gli ordini arrivati alla startup coprono ormai tutto il mese.
«Dobbiamo dimostrare il valore dei rifugiati»
L’inaspettato risvolto del Muslim Ban sull’attività di Eat Offbeat ha dato nuovo stimolo all’azienda fondata dai due fratelli libanesi Wissam e Manal Kahi. «Mi ha dato più determinazione. Quel weekend mi sono sentita vulnerabile come persona. Come azienda ci siamo sentiti vulnerabili. Ma poi ci siamo guardati intorno e abbiamo pensato: “Cosa possiamo fare riguardo a questa situazione?”. Tutto quello che possiamo fare è continuare a fare quello che stiamo facendo. E cioè servire cibo eccellente e dimostrare il valore che i rifugiati stanno portando a New York», ha aggiunto Manal Kahi.