Con la tecnologia RFID si possono gestire in tempo reale l’inventario, le tempistiche di arrivo di nuove referenze, la loro presenza a scaffale e la gestione dell’intero ciclo di vita dei prodotti, fino alla scadenza
Un terzo della produzione mondiale di cibo (e il 24% in termini di calorie) destinata al consumo alimentare umano si spreca o si perde lungo la filiera. Questo è quanto emerge dai report più aggiornati della Fao e della World Resources Insititute. Il 32% dello spreco avviene durant e la produzione agricola, il 22% nelle fasi successive alla raccolta, l’11% durante la trasformazione industriale, il 13% nella fase di distribuzione e il 22% avviene a livello del consumatore. Per quanto riguarda la distribuzione organizzata, il 49% dello spreco è dovuto alla data di scadenza. Secondo GS1 Italy, unico ente italiano autorizzato al rilascio di alcuni codici per gli standard mondiali del commercio, per avere una gestione efficiente della supply chain
è necessario disporre di dati accurati in tempo reale che permettano una migliore gestione dell’inventario e quindi degli sprechi
Inventario, prodotti a scaffale, ciclo di vita del prodotto
Una delle possibili soluzioni allo spreco sul punto vendita è la tecnologia RFID (Radio-frequency identification), che permette di gestire in tempo reale l’inventario, le tempistiche di arrivo di nuove referenze, la loro presenza a scaffale e la gestione dell’intero ciclo di vita dei prodotti, fino alla scadenza. «I costi che i retailer devono sostenere per la gestione dello spreco alimentare sono altissimi, alcuni studi parlano di cifre che si aggirano attorno ai 15 miliardi di euro l’anno solo per i freschi e freschissimi”, spiega Alberto Corradini, Country Manager per Checkpoint System. Grazie all’RFID, l’etichetta diventa intelligente e permette di memorizzare al proprio interno dei dati, relativi al prodotto su cui viene attaccata (avevamo parlato di RFID anche qui, nell’articolo dedicato a Bonaverde). Utilizzata con successo nel tessile e nella logistica, negli ultimi anni questa tecnologia è stata applicata anche al settore dei prodotti freschi, per gestire in maniera più efficace la catena del prodotto.
Fino all’80% in meno dei costi in ore uomo per i retailer
«La soluzione che abbiamo elaborato permette non solo di ridurre gli sprechi, ma anche le ore di lavoro necessarie al personale per evitare il controllo a scaffale. L’etichetta del prodotto contiene varie informazioni, tra cui la data di scadenza. A oggi, sono tantissime le ore uomo pagate dai retailer per effettuare questo tipo di controllo; la gestione ottimale delle scadenze permette di valorizzare anche i prodotti la cui scadenza è imminente, inserendoli ad esempio in un’area sconto. Alcune analisi effettuate sul punto vendita ci hanno permesso di capire che l’RFID riduce del 70% lo spreco dei prodotti, risparmiando l’80% di ore uomo», continua Corradini.
In Italia, così come in tutta Europa, c’è moltissima attenzione alla freschezza e alla qualità dei prodotti. «I sistemi di controllo e gestione della qualità dei prodotti freschi sono efficaci – spiega Corradini- ma non efficienti. Questo si traduce in un impegno economico per i retailer, che potrebbero impegnare tale cifra per migliorare la customer experience del cliente». La tecnologia RFID permette anche il miglioramento della verifica e della gestione della consegna dal magazzino a punto vendita. «Nell’ottica di rendere più efficiente tutta la catena dei prodotti freschi e freschissimi, stiamo lavorando ora sulla consegna. La tecnologia RFID permetterà di stabilire se i prodotti ordinati dalla GDO verranno consegnati nelle modalità, nei tempi e nelle quantità giuste».