L’Unesco ha deciso: Parma entra nel network (prestigioso) delle Città creative della gastronomia. E’ la prima volta per una città italiana. E sarà, in futuro, un aiuto per combattere l’italian sounding
Tortelli, anolin, paste ripiene, Parmigiano, e un Prosciutto famoso in tutto il mondo. Tanto basta perché da oggi (dopo sei mesi di negoziato) Parma si fregi del titolo di Città creativa della gastronomia entrando così nel network delle città creative a tema food e cultura gastronomica dell’Unesco, così come annunciato dal direttore generale Irina Bokova. Parma è la prima città italiana ad ottenere questo ambito riconoscimento internazionale, fino ad oggi (dal 2004) attribuito soltanto ad altre 8 città: Popayan (Colombia), Chengdu (Cina), Ostersund (Svezia), Jeonju (Sud Corea), Zahle (Libano), Florianopolis (Brasile), Shunde e Tsuruoka (Giappone).
Sempre nel mirino della contraffazione
Al buon esito della candidatura di Parma hanno lavorato tutte le istituzioni: Mipaaf, Comune di Parma, e Regione Emilia Romagna, insieme al ricco tessuto associativo e consortile dell’area. Un tessuto che produce qualità talmente elevata da finire troppo spesso nel mirino della contraffazione. Tanto che per Coldiretti «il termine Parma è il più usurpato per indicare produzioni che nulla hanno a che fare con il territorio, dal Parmesan statunitense al Parma salami messicano fino al Prosciutto di Parma del Canada. Quello Unesco, perciò, a giudizio di Coldiretti, è un riconoscimento dovuto per tutelare il buon nome di una città che è sinonimo di buona alimentazione nel mondo».
Il cibo “simbolo di una comunità”
Entrare nel network delle Città Creative per la Gastronomia dell’Unesco significa ottenere un riconoscimento mondiale per le produzioni tipiche agro-alimentari, potendo così sviluppare, con le altre Città già inserite nel Network, percorsi di condivisione e cooperazione, volti a valorizzare il made in Italy. L’Unesco, per il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, «ha riconosciuto che il cibo è il simbolo di una comunità, il risultato di un processo identitario che dimostra la nostra creatività, anche in questo campo. Nessuno potrà replicare la capacità di chi il cibo lo produce e lo rende unico al mondo. Sono particolarmente soddisfatto di questo risultato». La visibilità dell’Unesco e delle sue città creative aiuterà non solo Parma ma tutto l’agroalimentare italiano per contrastare anche quei fenomeni di italian sounding che fanno delle nostre produzioni tipiche le più imitate al mondo. Proprio in questi giorni è partita la campagna di promozione della produzione italiana di qualità negli Usa, che tra le iniziative ha messo in campo anche uno spot di Silvio Muccino.