Nel carcere di Milano Bollate è nato InGalera, primo ristorante che permette ai detenuti di riqualificarsi e diventare professionisti del food. Così preparare pranzi e cene diventa occasione di riabilitazione
Un progetto di inclusione sociale, creatività e innovazione: tutto questo è “In Galera”, il primo ristorante aperto all’interno di un’istituzione carceraria. Un’iniziativa importante, partita lo scorso ottobre, sviluppata all’interno del carcere di Bollate, che nel tempo si è già dimostrato un polo detentivo d’eccellenza, per i numerosi progetti promossi a favore della formazione delle persone lì recluse. L’ambizione è permettere loro di tornare nella società con la “patente” e la dignità del cittadino che rispetta le regole. Secondo numerose statistiche, la recidiva diminuisce straordinariamente quando il carcere favorisce occasioni di formazioni professionali ed occupazioni di lavoro vero, quello che trasmette la “cultura del lavoro”, fatta di professionalità, di fatica ed orgoglio nel quotidiano perché, pur detenuti, si contribuisce a mantenere la famiglia.
Le origini del progetto
Il progetto è stato promosso dalla cooperativa ABC La sapienza in tavola, nata nel 2004 dentro il carcere stesso, per offrire professionalità e lavoro a detenuti ammessi e non alla misura alternativa dell’art. 21 ex O.P. Con una forte fiducia nel valore del percorso riabilitativo e nel tentativo di eliminare lo stigma che la società imprime a chi ha trascorso un periodo della propria vita in carcere, la Casa di Reclusione di Milano-Bollate è stata il contesto perfetto per poter realizzare un sogno di questo tipo. “Il ristorante InGalera, frutto di preziosa sinergia tra il pubblico e il privato, non si pone il solo obiettivo, già di per sé rilevante, di fornire ai detenuti competenze formative e lavorative utili al loro reinserimento sociale” ha commentato Massimo Parisi, Direttore della II Casa di Reclusione di Milano Bollate. “Con la sua costante apertura al pubblico vuole costituire per chiunque un’opportunità d’interfacciarsi con l’universo carcerario e di riflettere sul senso della pena. In tal modo il ristorante può farsi portatore di un messaggio culturale che intende incidere sul senso comune della pena e rafforzare così le basi per un’effettiva inclusione sociale dei detenuti. Per questo va il mio sentito grazie a tutti coloro che ne hanno consentito l’attivazione”.
La formazione come chiave di volta
La cooperativa sviluppò così il progetto “Dal carcere alla città: il ristorante sociale, un’idea di impresa”, il cui scopo sarà l’apertura di un ristorante che offra ai detenuti un vero e proprio curriculum lavorativo e riabilitativo. Anche PwC Italia, parte del network professionale leader nei servizi alle imprese, sulla scorta di esperienze sviluppate a livello internazionale e riconoscendo nel food un elemento determinante per la cultura e lo sviluppo del nostro Paese, ha ideato un progetto di “ristorante sociale”. La collaborazione con PwC si dimostra essenziale per la pianificazione e il lancio del ristorante, grazie al sostegno finanziario ed economico. Il progetto trova un altro prezioso partner nell’Istituto Alberghiero Paolo Frisi, all’interno del carcere di Bollate dal 2012: proponendo ai detenuti percorsi didattici-formativi in grado di consolidare e ampliare le possibilità di reinserimento nella società, l’Istituto prepara professionalmente il personale del ristorante sociale.
Chef e maitre sono esterni
Oggi InGalera offre 52 posti a sedere ed è aperto a pranzo e a cena, sei giorni su sette. Propone la formula “quick lunch” a pranzo dal lunedì al venerdì, mentre il sabato a pranzo e tutte le sere propone cena alla carta. Ci lavorano complessivamente 9 persone, 5 in cucina e 4 in sala, assunte dalla cooperativa ABC La sapienza in tavola. Sono tutti detenuti, a esclusione dello chef e del maitre, professionisti esterni chiamati a dare prestigio al progetto. I tirocinanti della sezione carceraria dell’Istituto Frisi sono quattro. Coerentemente con il posizionamento di qualità che si propone, il ristorante è stato arredato grazie alla collaborazione di grandi marchi del design italiano come Alessi, Artemide e Pedrali.