Cosa mangeremo quando sulla Terra saremo 10 miliardi? E come la scienza può aiutare l’agricoltura? Cibo e futuro nelle Lezioni sul progresso di Fondazione Telecom Italia. Dagli ogm alla cucina a km zero di chef Oldani
Un ciclo di dieci incontri tematici per avvicinare alla scienza le nuove generazioni. L’obiettivo è spiegare come e perché la cultura scientifica innesta l’innovazione e può cambiare la vita. Protagonisti di ogni lezione un grande studioso e un esponente del mondo dello spettacolo, dello sport o della cultura. Per fare di scienza e innovazione non materie per tecnici ma pane quotidiano per tutti.
Le lezioni di Fondazione Telecom Italia sul progresso
Sono le Lezioni sul progresso di Fondazione Telecom Italia. Che lunedì 14 dicembre mettono al centro cibo e futuro. Con un panel intitolato “Oltre gli Ogm. Cosa mangeremo quando saremo 10 miliardi sulla terra?”. A tenere viva l’attenzione dei presenti lo chef stellato Davide Oldani e il genetista vegetale e membro del consiglio Accademia dei Georgofili e presidente dell’Unasa Michele Stanca. Che non ha intenzione di parlare tanto di Ogm, quanto di partire dall’antichità: “Da quando l’uomo – spiega – passò dal reperire il cibo cacciando a coltivarlo e conservarlo in vasi costruiti ad hoc”. Perché per migliorare il futuro dell’alimentazone e dell’agricoltura è fondamentale guardare al passato. Sfatando un mito: “Non è vero che i cibi del passato fossero di qualità migliore – aggiunge – ora lo sono molto di più”. Ma è necessario migliorare l’ambiente: “Nel 2050 dobbiamo fermare l’impiego di prodotti di sintesi aumentando la produzione”. Come? Portando la scienza in campagna in condizioni di sostenibilità: “Questo è l’obiettivo della mia accademia insieme a quello di farlo capire ai governi, come in Gran Bretagna”. Dove è stato avviato il progetto Wit2020 (Grano2020) grazie al quale partendo da una potenzialità di 14 tonnellate di grano per ettaro vogliono arrivare a 20 tonnellate. Con metodo scientifico e con uso razionale dell’azoto.
La cucina a km zero di chef Oldani
Guarda alla natura e alla qualità anche Davide Oldani che mette alla base della sua cucina il chilometro zero e la stagionalità dei prodotti: “La fa da padrone il prodotto di stagione che è più accessibile e ha più proprietà nutritive, meno produzione più di qualità e sfruttare la produzione che c’è già, non scartare, produzione di pane, produrre meno per gettare meno”. Insomma natura e tradizione. Senza dimenticare la tecnologia “che in cucina aiuta a scegliere i migliori metodi di cottura: bassa temperatura, conservazione con abbattitori, uso di elettrodomestici ad alta precisione”. Passando per la salute: “Il mio diktat è la cucina buona, sana e gustosa da abbinare a sport e movimento”.