Cronaca di una serata trascorsa al Ford Social Restaurant in compagnia di Giovanni Gaetani, direttamente da Masterchef Italia. Tra piatti prelibati e tweet scatenati
Occhi bassi sullo smartphone, si twitta. Il cameriere ti porta le aringhe in soar, tu alzi lo sguardo un attimo, ringrazi, torni sull’iphone. Masterchef è appena iniziato, Mattia è stato eliminato, e si sente Bastianich che canta Ramazzotti. Sì, esatto, Ramazzotti. Sono alla social dinner organizzata da Ford a Eataly Roma, sono seduta a un tavolo con una trentina di persone che, come me, stanno mangiando, twittando e godendosi cena e nona puntata di Masterchef, entrambe ugualmente gustose. Cos’è una social dinner? Semplicemente, è il sogno di tutti quei smartphone-addicted che odiano sentirsi dire che “a tavola non si usa il telefono”, e che invece amano mischiare tv e social network, condividendo commenti alla soda caustica e immortalando momenti come Bastianich che canta “ti sposerò perché”. Seduto accanto a me c’è Giovanni Gaetani, il concorrente filosofo che è stato eliminato nella puntata precedente e che ora se la ride guardando i suoi compagni alle prese col countdown di Cracco. Sentirlo imitare Barbieri vale da solo l’uscita a cena di questa sera.
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Arrivano gli spaghetti in Cassopipa, mentre nello schermo si prepara street food: Lucia ha appena messo in croce Alida e Erica. A un certo punto
Alida si mette a piangere e sui social si scatenano: niente, ce l’hanno tutti con lei. Ma perché? Ve lo dico io: perché è biondina, carina ed ha 25 anni.
Alida si salva, nonostante i suoi arancini discutibili. Alla fine degli spaghetti si vedono già i primi caricatori sui tavoli. Ci hanno messo le prese davanti al bicchiere: in una social dinner sono fondamentali.
Uno smartphone che arriva al dolce non è uno smartphone, è un Nokia 3310.
Anche io metto in carica il mio, e mentre vedo gli aspiranti Mastechef spadellare scambio quattro chiacchiere con il mancato Masterchef a fianco a me. Chissà che impressione fa vedere tutto quella confusione da fuori, dopo che ci sei stato dentro. “La tv è dura, durissima”, mi conferma. “Il momento più difficile della mia esperienza a Masterchef è stata proprio la messa in onda. Rivedersi in televisione, non riconoscersi, anche a causa di montaggi vari, non è sempre facile”. Ora, invece, è rilassatissimo, e divento un po’ filosofa anche io appena il cameriere mi porta il baccalà mantecato con radicchio trevisano. Io di solito non amo il baccalà, ma questo è strepitoso. Aveva ragione Nietzsche quando diceva che la linea retta mente e che la verità è un cerchio: pensi che il baccalà non ti piace e invece questo mi sta quasi facendo dimenticare di twittare il momento che tutti stavamo aspettando dalla prima puntata, l’eliminazione di Sylvie.
I Masterchef in tv si spostano a Venezia per la prova in esterna: devono cucinare una cena da luna di miele e gli appioppano crostacei e frutto della passione. Infatti volano bestemmie contro le granceole che, se non lo sapete, sono degli enormi granchi piuttosto ostici da sgusciare. Qui al Social Reastaurant, invece, la brigata anti-Sanremo (ebbene sì: stasera c’è Sanremo. Minuto di silenzio per chi non sta guardando Masterchef) comincia ad aspettare il dolce. Arriva il tiramisù e improvvisamente tutti smettono di twittare sugli chef e cominciano a postare foto del prelibato dessert.
I chicchi di caffè e cioccolato sbriciolati hanno la precedenza su qualsiasi sfida tra Erica e Rubina che, ad ogni modo, toppano entrambe la prova del “polpettometro”
lo strumento di Bastianich per fare le polpette, che ora su Twitter vogliono tutti. Comunque lo strumento non aiuta, perché le due cuoche fanno polpette troppo grandi o troppo piccole per entrare nei cerchi perfetti del misura-macinato. “Non siete le regine del polpettometro” commenta stufato Cracco. Ma qualcuno deve pur vincere, e vince Erica. Rubina esce da Masterchef. “Chi vincerà la finale secondo te?” chiedo a Giovanni. “Secondo me Alida è una spanna sopra gli altri”. La rivincita delle bionde. Masterchef è finito, il mio tiramisù buonissimo anche. Non mi resta che tornare a casa, anche se sarà difficile riabiturarsi a una vita monotona fatta di cene senza caricabatterie tra bicchiere e cestino del pane.
Video intervista a Giovanni Gaetani
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