Sir Arthur torna in battaglia. Riuscirà a salvare la sua amata?
È la next gen, ma i titoli migliori pescano ancora dall’old gen. Dopo esserci divertiti un mondo con Super Meat Boy Forever su Xbox Series X/S, ritrovando sulla console di Microsoft tutto il piacere e il divertimento di giocare a un videogioco comparso nel 2010, ebbene eccoci di nuovo da voi con un altro titolo di quelli tosti, che hanno dato filo da torcere fin dal primo capitolo del franchise (correva l’anno 1985). Stiamo parlando di Ghosts ‘n Goblins, prodotto dalla software house Capcom, dalle cui fucine giapponesi gli sviluppatori stanno sfornando antiche glorie, in buona parte racchiuse in Capcom Arcade Stadium, che abbiamo provato di recente su Xbox Series S. Ma bando alle ciance, è il momento di tornare a parlare di una delle fiabe gaming più divertenti e scanzonate. Il cliché è quello della donzella in pericolo e del coraggioso cavaliere pronto a salvarla, ma la software house ha come sempre aggiunto molti altri ingredienti alla ricetta. Scoprite di più nella nostra recensione di Ghosts ‘n Goblins Resurrection.
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Recensione di Ghosts ‘n Goblins Resurrection
In Ghosts ‘n Goblins Resurrection gli appassionati della saga platform anni’80 ritroveranno buona parte di quello che avevano lasciato negli altri episodi. Mostri e creature terribili ostacolano il viaggio del coraggioso uomo, il solito Sir Arthur, che è di nuovo costretto a partire per trarre in salvo la sua amata, la principessa Prin-Prin. Con un breve prologo a inizio titolo, anche chi non ha mai giocato agli episodi precedenti capirà al volo l’antifona: la storia è sì d’amore, ma per completare la missione occorre armarsi e uccidere senza pietà.
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In avvio il gamer ha la possibilità di scegliere tra quattro gradi di difficoltà. Su questo occorre fare una precisazione storica. Ghosts ‘n Goblins rientra tra quei videogiochi definibili spigolosi per la difficoltà tarata verso l’alto e la parsimonia (è un eufemismo) con cui gli sviluppatori erano soliti distribuire checkpoint lungo il percorso. Questo significava che, molto spesso, la morte arrivava sul più bello nonostante tutta quella carneficina perfetta completata alle nostre spalle. Con tutte le distinzioni del caso, potremmo dire che Sir Lovelot – platform indie che abbiamo recensito su Switch – un pò si ispira a questa lunga corsa verso la propria amata, costellata di successi e di numerosi game over.
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Dicevamo dei grandi di difficoltà: in ordine decrescente sono leggenda, cavaliere, scudiero e paggio. Va da sè che quest’ultima opzione fa perdere molto di quella difficoltà originaria di Ghosts ‘n Goblins ed è stata prevista soprattutto per avvicinare i gamer che non sono proprio alla ricerca della frenesia sul campo di battaglia. A questo proposito in Ghosts ‘n Goblins Resurrection il gameplay riprende l’originale a scorrimento orizzontale, in cui il nostro Arthur dovrà industriarsi per ritmare i colpi a destra e a manca.
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Il combat system
Il combattimento è senz’altro la parte più divertente e sfidante di Ghosts ‘n Goblins Resurrection. Come sempre i nemici non si fanno problemi a caricare e a distruggere parte della corazza che protegge Arthur. Una volta nudo nudello il povero eroe sarà esposto al massimo e basterà un colpo per spedirlo in paradiso. Il bello di questo videogioco sta anche nella meccanica del gameplay: la protezione dell’armatura costa in termini di velocità e infatti è davvero buffo notare quanto il nostro cavaliere corra con grande slancio anche se in realtà i suoi non ritmi propriamente olimpici. A livello grafico l’esperienza su next gen è stata confezionata con grande cura, andando a valorizzare un universo cavalleresco ironico e scanzonato.