Da tempo non ricordavamo DLC tanto corposi, ma siamo ormai arrivati all’ultimo contenuto extra. Abbandonare l’Olimpo senza commuoversi non sarà facile
Le nostre peregrinazioni per diventare una divinità degna di un seggio sulla sommità del monte Olimpo sono iniziate lo scorso dicembre, quando Ubisoft ha regalato al mondo l’ottimo Immortals: Fenyx Rising. Intendiamoci, era tutt’altro che privo di difetti, ma per essere un clone di quel capolavoro impareggiabile di The Legend of Zelda – Breath of the Wild, è comunque riuscito a farsi benvolere. Anzi, coi suoi DLC, Una Nuova Divinità (uscito a febbraio) e Miti del Regno d’Oriente (recensito su queste pagine poche settimane fa), ha saputo dimostrare di voler sperimentare ed essere in grado di allontanarsi dal solco tracciato da Nintendo nell’ultima avventura del prode Link. Ma era senza dubbio questo Immortals Fenyx Rising – Gli dei perduti il contenuto extra che attendevamo con maggior trepidazione visto che riprometteva di offrire un gameplay leggermente diversificato dagli altri.
Curiosando dall’alto in Immortals Fenyx Rising – Gli dei perduti
La prima novità che salta all’occhio giocando a Immortals Fenyx Rising – Gli dei perduti è la nuova posizione della telecamera, non più alle spalle del protagonista, ma a volo d’uccello. Aspetto che parrebbe suggerire una virata verso lo strategico, strizzando l’occhio ai vari Diablo. In realtà, il titolo continua a essere un adventure game piuttosto frenetico e zeppo di combattimenti (strutturati sempre sull’agile distinzione tra attacco pesante, attacco leggero e schivata), ma aver variato personaggio (ora controlleremo Ash, un seguace umano del nostro Fenyx, ormai assunto a tutti gli effetti a divinità dell’Olimpo) ha consentito agli sviluppatori di ripartire da zero, con un eroe che all’inizio dell’avventura avrà ben poche mosse a disposizione (per esempio non potrà arrampicarsi) e andrà costruito a poco a poco che si avanza.
Quindi all’inizio la nuova visuale porta anche un nuovo modo di intendere il mondo di gioco, con declivi e pendenze che non possono più essere agilmente superati ma che rappresentano davvero i confini fisici dello stage. Progredendo sarà possibile mettere le mani su un florilegio di abilità, fattore, questo, che incentiva un certo backtracking: si tornerà piacevolmente indietro, in zone già esplorate, solo per vedere se sarà possibile andare al di là di ciò che un tempo ci sbarrava la strada.
Vogliamo sottolineare il fatto come, in DLC, una simile progressione non-lineare sia tutto fuorché scontata. Come non è scontata la possibilità di far crescere l’eroe, anche se non siamo dalle parti dell’albero di abilità visto nel capitolo principale, del resto il gioco non durerà nemmeno 10 ore. A ben pensarci, il vero limite all’inizio è rappresentato proprio dalla visuale a volo d’uccello che, per colpa anche di una mappa a schermo tutt’altro che dettagliata, ci farà rimpiangere la possibilità di guardarci attorno.
Però riuscire a orientarsi nella nuova ambientazione, quell’Isola Pirite in cui hanno trovato rifugio Poseidone e gli altri dei che hanno litigato con Zeus, sarà essenziale non solo per progredire, ma anche per potenziare la nostra Ash. Starà infatti a noi trovare gli altari degli dei e invocare il loro aiuto per salvare i progressi, regalare nuovi poteri ad Ash, viaggiare rapidamente e altro ancora. Al pari dell’ambientazione originale, l’Isola d’Oro, anche questa risulta strabordante di sfide secondarie, enigmi e oggetti da raccogliere. A proposito di enigmi: ne troverete in quantità nei dungeons che, in qualche modo, sono stati resi più intriganti proprio dalla nuova visuale anche se rivestono ormai un ruolo marginale…
Insomma, Immortals Fenyx Rising – Gli dei perduti (Disponibile su Xbox Series X|S, Xbox One, PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch, Epic Games Store, Ubisoft Connect e Stadia) rappresenta un riuscito addio alle scene. Abbandonare l’Olimpo non sarà facile, ma è pur vero che abbiamo avuto così tante occasioni di spolpare le ambientazioni e le meccaniche di gioco messe a punto da Ubisoft, che archiviare tutto per passare finalmente ad altro non ci dispiace nemmeno troppo. Certi del fatto che un sequel potrebbe già essere in cantiere. O almeno noi ce lo auguriamo.