Gli automobilisti del Vermont potranno scegliere tra sei emoji. Tecnicamente l’emoji arriverà dopo la sequenza numerica casuale assegnata dalla Motorizzazione. E intanto nel mondo impazza l’emoji cuoppo, ideata dallo startupper napoletano Adriano Farano
Nello Stato del Vermont, le piccole faccine o simboli che abitualmente usiamo tutti i giorni all’interno degli applicativi per la messaggistica istantanea, potranno essere aggiunti sulla targa alla sequenza casuale generata dalla motorizzazione. Ovviamente le limitazioni iniziali saranno legate alla disponibilità delle emoticon approvate (al momento sono sei), che comunque andrà a crescere di numero nel tempo. Sarà anche possibile combinare l’aggiunta ad una sequenza specifica già richiesta.
E nel frattempo, udite udite: il Consorzio Unicode che governa lo standard emoji ha approvato l’emoji cuoppo, il gesto italiano: il nostro “ma che dici?”, “ma che vuo?” originario del dialetto napoletano. Adriano Farano, startupper campano ne è l’ideatore.
Il disegno di legge
Ha dell’incredibile la legge che sta per entrare in vigore nello stato del Vermont, USA, dove gli automobilisti – a breve – potranno inserire le emoji sulle targhe delle vetture personali.
Sembra un pesce d’aprile, ma non lo è anzi dietro la decisione si nasconde un business pazzesco perché le targhe personalizzate si vendono a caro prezzo: negli Stati Uniti per avere una targa unica esiste un sovrapprezzo pari al triplo del valore della normale immatricolazione. Tanto per portarvi un esempio, nel 2018 un membro di una fra le principali famiglie di Abu Dhabi ha sborsato 14 milioni di dollari per acquistare la targa con il numero 1.
Le sei emoticon disponibili per la targa
Tecnicamente l’emoji arriverà dopo la sequenza numerica casuale assegnata dalla Motorizzazione. E gli automobilisti potrebbero scegliere tra sei emoji pre-approvati.
Secondo la proposta di legge presentata nello Stato del Vermont dalla deputata democratica Rebecca White, le sei emoji disponibili saranno: la faccina che ride forte, quella che fa l’occhiolino, quella con gli occhiali, quella con gli occhi a cuore e la faccina sorridente, e quindi di certo saranno comprese tra quelle più famose e utilizzate nelle chat dei vari social media.
Ma c’è anche un risvolto economico come dicevamo per la motorizzazione (e quindi per le casse dello Stato) perché avere una targa unica avrà un sovrapprezzo pari al triplo del valore della normale immatricolazione. Quindi – a naso – la previsione è che il Vermont farà da apripista per gli altri Stati.
E intanto impazza l’emoji cuoppo
Adriano Farano originiraio di Cave de’ Tirreni (vicino alla Costiera Amalfitana) si trovava a San Francisco in compagnia di un’amica (che lavora per Emojination) quando durante la conversazione gli è scattato il famoso gesto del cuoppo. L’amica gli ha chiesto il significato e da lì è nata l’idea di trasformarlo in emoji. Così insieme a Jennifer Lee e il disegnatore Theo Schear, Adriano ha presentato il progetto dell’emoji cuoppo.
Il percorso è stato lungo, circa 1 anno, ma oggi la nuova emoticon è stata approvata dal Consorzio Unicode che si occupa proprio di valutare le nuove immagini da inserire sugli smartphone, e che farà parte della nuova versione 13.0 del pacchetto emoji, che includerà in tutto 113 novità.
La simpatica mano a cuoppo, sarà disponibile tra qualche giorno. Al solito bisognerà aggiornare il sistema.
La presentazione del progetto
Nella presentazione si legge: “gli italiani parlano con le loro mani una lingua che li caratterizza ma che finora non è mai entrata a far parte del linguaggio emoji”. Nonostante si tratti, come ha evidenziato Isabella Poggi, professore all’Università di Roma Tre, di “un lessico di gesti paragonabili per dimensioni e raffinatezza al lessico del linguaggio dei segni per il sordo”, particolarmente diffuso soprattutto nel Mezzogiorno.
Tra gli innumerevoli gesti, è stata proposta proprio la “mano a cuoppo”, che si muove avanti e indietro ponendo una domanda sarcastica, perché è tra i più significativi e universali, usato non solo in Italia ma anche in altri paesi.
Un messaggio universale usato anche all’estero, ma da sempre simbolo dell’italianità.