Come ci è riuscita Ikea a raggiungere questa fama? Tutto si deve a Ingvar Kamprad (1926-2018), il fondatore del colosso dei mobili fai-da-te.«Rich people, they don’t buy furnitures in Ikea. No, but intelligent people do». Forse uno degli endorsment più noti degli ultimi anni nei confronti di un brand è stato quello pronunciato dal calciatore Zlatan Ibrahimović: in un’intervista ha raccontato questo aneddoto risalente ai tempi del trasferimento a Los Angeles e si era imbattuto nel fastidioso compito di sistemare casa. Al broker scioccato dal suggerimento di recarsi da Ikea datogli dal campione, ha dato una delle classiche risposte alla Ibra. «Le persone ricche non vanno da Ikea. Ma quelle intelligenti sì».
Ingvar Kamprad, tutto è iniziato con le matite
Nato poco dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, Ingvar Kamprad (in foto d’apertura, scatto di Näringsdepartementet/Sandra Baqirjazid) ha vissuto i primi anni della sua vita ad Agunnaryd, nel sud della Svezia. Quando ancora non esisteva il concetto di startup, ha dato vita all’impresa ad appena 17 anni per occuparsi della fornitura di una commessa di matite (uno degli oggetti ancora tra i più diffusi nei negozi sparsi in tutto il mondo).
Come ricostruito in questo articolo de il Post, Ingvar Kamprad ha mostrato un’attitudine tipica degli imprenditori, nel cui passato pullulano gli aneddoti sulle capacità di vendere e fare margini. Nel suo caso è riuscito ad appena cinque anni: ha guadagnato sulla vendita di cento scatole di fiammiferi.
Perché Ikea ha puntato sul fai-da-te?
L’idea del mobile fai-da-te, marchio che appartiene a Ikea per acclamazione, è frutto di una considerazione di carattere contabile: spedire tavoli, sedie e armadi in pacchi compatti costava banalmente di meno. Come ha riassunto TechCrunch, il fondatore di Ikea è stato l’antitesi di un ritornello che si sente di frequente quando si parla di vendite: il cliente ha sempre ragione. Chi l’avrebbe mai detto che trasformare milioni e milioni di persone, generazione dopo generazione, in montatori di arredamento improvvisati sarebbe stata una mossa così azzeccata?
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Negli ultimi vent’anni Ikea non ha fatto che incrementare il volume delle proprie entrate. Stando a Statista, nel 2001 si attestavano a 10,1 miliardi di euro e nel 2023 hanno superato i 47 miliardi di euro. Nel corso della sua vita Ingvar Kamprad ha dovuto affrontare anche crisi dovute alla propria vita e a scelte passate: un’inchiesta pubblicata negli anni Novanta portò le prove della sua adesione al Nuovo Movimento Svedese, un gruppo che nel secondo dopoguerra diffondeva idee e progetti neofascisti e antisemiti. Fu lui stesso a spedire una lettera a tutti i dipendenti dell’azienda nella quale descriveva quella come «una parte della mia vita di cui mi pento amaramente».
Quanto è grande Ikea nel mondo?
Ikea è senz’altro uno dei brand europei più famosi al mondo e nei decenni ha messo radici in tutti i continenti: sono 473 gli store complessivi (282 in Europa, 82 in Asia, 73 in Nord America, 18 in Medio Oriente, 11 in Oceania, 4 in Africa e 3 in Sud America). Il primo è stato aperto nel 1958 ad Älmhult, in Svezia. Al momento la Germania è il Paese che ne vanta il maggior numero, mentre il più grande si trova a Pasay City, nelle Filippine.