L’artista libanese (già regista e sceneggiatore) approda infine anche su console Nintendo con uno dei videogiochi più belli dell’ultimo periodo
L’utenza Nintendo ha dovuto attendere un annetto e mezzo, ma finalmente uno dei titoli più sorprendenti del 2021 è ora disponibile anche su Switch. Parliamo, naturalmente, dell’ultima fatica del libanese Josef Fares, la seconda della promettente software house svedese Hazelight Studios: It Takes Two.
It Takes Two, la recensione della versione Switch
Per la verità, questo porting è stato sviluppato da Turn Me Up Games, che ha avuto il non semplice compito di adattare il gioco uscito su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X/S, Project xCloud e Microsoft Windows a una console meno potente come la Switch. Operazione non facile, dato che il titolo ha un comparto artistico di tutto rispetto e, soprattutto, prevede dall’inizio alla fine la presenza in simultanea di due giocatori che, soprattutto in locale, incide parecchio sulle prestazioni.
Eppure, se si esclude qualche brusco calo del frame rate e qualche taglio draconiano sull’effettistica operato forse con eccessiva disinvoltura dal team losangelino, il lavoro svolto dagli oltre 300 veterani dell’industria che Electronic Arts ha deciso di mettere sulla conversione Nintendo è tutto sommato di qualità.
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Anche perché It Takes Two pare nascere per una console come lo Switch, che presenta due Joy Con a disvelare la natura ‘festaiola’ dell’ibrida nipponica. La produzione svedese, è noto, è peculiare per essere (se si vuole proprio rinchiuderla negli schemi dei generi fin qui conosciuti, in realtà è molto di più) un’avventura con fasi platform e sparatutto, da vivere necessariamente in compagnia di un altro giocatore.
It Takes Two, it’s dangerous to go alone
In un periodo in cui i titoli cooperativi si sono fatti assai più rari rispetto al passato (ormai il multiplayer guarda soprattutto al gioco online e lì si rinchiudono decine di giocatori nella medesima stanza, bandite le esperienze più intimistiche), è senza dubbio piacevole vivere dall’inizio alla fine un’avventura in compagnia di un proprio amico, della propria fidanzata, della mamma o del papà.
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Il più grande limite di It Takes Two è però anche la sua caratteristica principale: non si può prendere parte alla tenera storia d’amore (da riagguantare) di Cody e May, una coppia ormai scoppiata che un incantesimo lanciato involontariamente dalla loro figlioletta ha trasformato in bambole, senza avere qualcuno con cui condividere lo schermo e l’esperienza, in locale o attraverso l’online. In quel malaugurato caso, quindi, guardate altrove perché il titolo prodotto da EA non fa per lupi solitari e battitori liberi.
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Su Switch, si anticipava, l’impianto grafico è assai più modesto rispetto alle altre versioni, a volte persino troppo: spariti tutti -o quasi – gli shader, qua e là c’è pure un fastidioso effetto fogging a tappare le aree più estese, senza peraltro aver risolto il problema di un frame rate talvolta ballerino. Ma, alla fine della fiera, anche se il gioco non ha più l’aspetto delle foto che trovate qui attorno (provengono difatti dalla versione PC, il trailer invece è più veritiero), ciò che conta è che il divertimento è rimasto intatto.
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Parliamo, insomma, di una miscellanea di gameplay che traggono spunto dal meglio che il mondo dei videogiochi sia riuscito a offrire negli ultimi… 30 anni, per buttare i giocatori in una marea di situazioni comiche e improbabili, nelle quali, appunto, l’unione fa la forza, perché sarà necessario collaborare per uscirne incolumi. Il risultato è un piccolo (dura circa una dozzina d’ore), grande capolavoro, finalmente disponibile pure su Switch.