Il creatore di Tesla è diventato padre, ma ha vissuto malissimo le restrizioni alla libertà di movimento
La vita di Elon Musk è faticosa da seguire, gli affari di Elon Musk sono faticosi da seguire e pure il suo account Twitter è faticoso da seguire. C’è sempre stato qualcosa di entusiasmante nell’imprenditore sudafricano e nelle sue idee: le auto elettriche di lusso, i viaggi spaziali, la colonizzazione di Marte.
Il figlio dal nome illegale
Ma il lockdown ha tirato fuori i tratti più peculiari delle personalità di ciascuno di noi, e quello di Musk ci ha ricordato ancora una volta che personaggio esasperante possa essere. La notizia più recente e importante è che il 4 maggio è diventato di nuovo padre, il suo sesto figlio, il primo dalla relazione con la popstar canadese Grimes. Come rimbalzato sui siti di tutto il mondo, lo hanno chiamato X Æ A-12, che oltre a essere un nome illegale in California (non sono permessi numeri e caratteri speciali, vanno bene solo la x, la a e il trattino), era un modo per ricordarci il messaggio principale della sua vicenda umana, che non sono i razzi, lo spazio o l’innovazione, ma l’idea che la sua libertà non deve conoscere limiti. Se lo puoi immaginare (e lui immagina molte cose), ti deve essere permesso di farlo (o di provarci). Il codice del nome del bimbo ce lo ha decifrato Grimes: X è la variabile sconosciuta, Æ è lo spelling elfico di AI, intelligenza artificiale, A-12 è il nome di un aereo che sta a cuore alla coppia. Lui si è fatto fotografare col bimbo e la maglietta Occupy Mars.
Meglio la morte della perdita di profitto?
Quella sulla libertà un’idea legittima, e feconda, ma scomoda da avere in un momento storico in cui la maggior parte del genere umano ha dovuto sperimentare le peggiori limitazioni della propria storia recente. «Con l’intensificarsi della pandemia di CoVid-19, la nostra classe al potere sta giungendo alla conclusione che in una gara tra la perdita del profitto e la perdita della vita, loro sceglierebbero la morte», ha scritto Peter Frase su Jacobin. Di questo partito della morte molto diffuso sui media americani, Musk si è proposto come alfiere e ideologo. Ha descritto il lockdown come «fascista», ha attaccato lo scienziato inglese Neil Ferguson (che di suo non si è aiutato, violando le restrizioni che lui stesso aveva consigliato a Boris Johnson) e ha provato a costringere tutti i dipendenti di Tesla a recarsi al lavoro, nonostante le imposizioni contrarie dello Stato della California, anche se alla fine ha dovuto ridurre le operazioni del 75%. Inoltre Musk ha contestato i dati, ha parlato di «arresti domiciliari» e ha twittato FREE AMERICA NOW, con lo stile e il linguaggio di Donald Trump.
Il messaggio su Twitter
Un altro messaggio lo ha lanciato con la sua foto profilo di Twitter. L’immagine che ha scelto viene da un videogame del 2000, Deus Ex, ambientato in un mondo nel quale tutte le teorie della cospirazione sono vere: Area 51, vaccini, illuminati, templari, Bilderberg, praticamente la versione ludica di tante pagine Facebook tossiche di oggi. In questa realtà, si diffonde una malattia creata dall’uomo e chiamata Gray Death, morte grigia, che causa una pandemia mondiale. Il gameplay è molto complicato, ma alla fine il protagonista ha la possibilità di fondersi con un’intelligenza artificiale per instaurare una dittatura benevola, basata sull’infinita conoscenza e sulla ragionevolezza. Tirare fuori quella foto è il classico messaggio di Musk: metà trollata, metà politica.
L’intelligenza, la tecnologia e la libertà di pochi per governare tutti gli altri. «Tutti i personaggi dei libri che amo», aveva detto una volta, «hanno una cosa in comune: sono in missione per salvare il mondo». Il problema è che sembra essersene convinto anche lui: non gli basta essere uno degli imprenditori di maggior successo e visibilità al mondo, forse non gli basterebbe nemmeno arrivare su Marte, lui vuole salvare il mondo, alle sue regole e condizioni.
Un genio, un troll o un incompreso?
Politicizzare il retrogaming non è stata l’unica attività da lockdown di Elon Musk, che con Twitter è anche riuscito a far crollare le azioni di Tesla, scrivendo che secondo lui il prezzo era troppo alto e quindi convincendo gli investitori che fosse esattamente quello il momento giusto per venderle. In mezza giornata il valore è sceso dell’8%. In un sondaggio pubblicato sulla piattaforma Blind (creata per effettuare questo tipo di rilevazioni anonime su soggetti verificati all’interno delle aziende), il 53,7% dei (non molti, va detto) dipendenti di Tesla che hanno risposto ha dichiarato che Musk sta danneggiando l’azienda con la sua attività su Twitter. Il 26,1% pensa che sia un genio, il 10,9% che sia un incompreso, la stessa percentuale che sia un troll e il 43,5% ritiene che sia le tre cose sopracitate messe insieme: genio, troll e incompreso. È solo un sondaggio su un social, ma la definizione che ne esce contiene una sua verità. Nella stessa giornata aveva messo anche in vendita tutte le sue proprietà immobiliari, compresa la villa appartenuta al comico Gene Wilder, a patto che quest’ultima non fosse rasa al suolo. Una fonte collegata alle proprietà immobiliari di Musk, interpellata dal Los Angeles Times, ha spiegato che «Tutti stanno provando a capire cosa abbia in mente, il problema di Elon Musk è che è troppo intelligente anche per il suo stesso bene», che è probabilmente una delle descrizioni migliori che si possano trovare del creatore di Tesla e SpaceX.