Si tratta di un progetto da 1,5 milioni di dollari che terminerà nel 2021 con lo scopo di tracciare la popolazione felina randagia e domestica
Quanti sono i gatti a Washington? Boh.
A questa domanda tentano ora di rispondere quattro istituti: il PetSmart Charities, lo Humane Society, lo Humane Rescue Alliance e lo Smithsonian Conservation Biology Institute, che hanno unito le forze per dare vita a un progetto tanto complesso quanto duraturo e costoso: contarli tutti, dal primo all’ultimo, domestici e selvatici. Dato che i piccoli felini sono creature notoriamente schive, notturne e riservate, i tecnici sanno bene che hanno davanti a loro un lavoro tutt’altro che facile, così sono ricorsi agli ultimi ritrovati della scienza e della tecnica per censirli senza catturarli e disturbarli.
Costerà 1,5 milioni di dollari e durerà tre anni
A parlarci nel dettaglio del D.C. Cat Count (questo il nome del progetto), la collega Sara Mauri, che ha riportato la notizia sul Giornale: «Si tratta di un progetto complesso – avverte Sara -, che riguarda sia gatti domestici, sia gatti selvatici, oltre ai membri delle colonie feline e quelli ospitati nei rifugi per animali». «In totale – prosegue la collega – costerà 1,5 milioni di dollari e terminerà nel 2021».
Perché censire i gatti
Ma quali sono le finalità di questo conteggio dei mici? «L’obiettivo è quello di creare una stima accurata della popolazione di gatti della città di Washington. Si studieranno anche le iterazioni sociali e il modo in cui questi animali si relazionano tra di loro. Il censimento servirà per migliorare e contenere la riproduzione di questi animali e gestire con più consapevolezza la popolazione felina».
Le difficoltà di contare i mici selvatici
Contare i gatti randagi non sarà affatto semplice. Per questo gli enti stanno procedendo a un dispiegamento di forze che non ha pari, come racconta Sara: «Saranno usati dispositivi fotografici con sensori a infrarossi che cattureranno immagini degli esemplari che vivono all’aperto. Un’app per smartphone permetterà a tutti i cittadini (a chi lo vorrà, ovviamente) di condividere foto di gatti e andrà a comporre una sorta di “Biblioteca dei gatti” virtuale».
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«Inoltre, verranno fatti sondaggi ai proprietari di gatti per capire quanto tempo i loro mici trascorrono all’aperto. In più, verrà fatta un’analisi sui felini presenti nei rifugi per animali, contando anche le nascite e le morti. Il tutto per permettere la creazione di un modello statistico che descrive le interazioni tra segmenti di popolazione».
Insomma, tra sensori a infrarossi, telecamere notturne e cittadini armati di app, i felini di Washington subiranno una brusca violazione della privacy e si sentiranno osservati come mai prima d’ora. Ma il progetto è a fin di bene, come ricorda Sara: «Aiuterà a gestire le strategie di gestione della popolazione felina» e permetterà di procedere con lo studio scientifico senza arrecare troppo disturbo alle colonie.