Grazie a celle a combustibile microbiologiche la luce su pastorelli e capanna sarà green. Lo trovate a Ossana, in Trentino
Il giorno dell’Immacolata è tradizione fare il presepe. Molti di voi saranno già alle prese con statuette e capanna da posizionare vicino al caminetto o all’Albero di Natale. Ma, di questi tempi, con tutta la corrente che consumeremo per illuminare la rappresentazione della nascita di Gesù bambino rischiamo di ricevere solo carbone. Forse l’unico presepe a emissione zero è in esposizione a Ossana, il borgo dei Presepi in provincia di Trento, dove in questi giorni ne sono esposti quasi mille (e lo resteranno fino all’Epifania). Quello in questione sfrutta il metabolismo dei batteri per far luce su pastorelli e paesaggio ed è stato realizzato da tre studenti universitari, due dei quali del Centro di Biologia Integrata (Cibio) dell’Università di Trento.
Come funziona il presepe green?
Le statuette del bue e dell’asinello, così come quelle di Giuseppe e di Maria saranno simili a molte altre. A fare la differenza in questo presepe saranno le celle a combustibile microbiologiche che producono corrente elettrica senza consumo di energia corrente. La luce proviene dalle reazioni biochimiche di comuni batteri che vivono nei giardini e negli orti. L’ambizione (che a volte, diciamolo, diventa ossessione) di un Natale green la ritroviamo ogni anno anche nella scelta dell’Albero di Natale. Il dilemma è sempre lo stesso: è meglio quello sintetico o quello vero? I dati Ispra e Coldiretti hanno dato un verdetto netto.
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© Fonte: profilo Facebook Ossana
Per chi ha scelto la Val di Sole come meta turistica per il periodo natalizio la tappa a Ossana potrebbe ispirare. Forse non tutti hanno competenze e strumenti per replicare un presepe che si illumina a zero emissioni, ma a Natale – si sa – siamo tutti più buoni: le idee per regali green da scartare sotto l’albero sono davvero tante.
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