Fabrizio e Giorgetto Giugiaro rispolverano il marchio romagnolo Bandini Dora che gli appassionati certo ben conoscono
Tre modelli, tre prototipi, tre tipologie diverse, ma un solo stile. Quello inconfondibile di Giugiaro, che nel mondo è diventato sinonimo di quel “bello e ben fatto” (BBF) che gli stranieri abbinano al concetto di made in Italy.
Sarebbero dovuti apparire al Salone dell’Auto di Ginevra che, com’è noto, è stato annullato a causa dell’emergenza Coronavirus Covid-19. E allora Fabrizio e Giorgetto Giugiaro hanno presentato le novità via Internet, ed è stato ugualmente emozionante.
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Le novità in casa Giugiaro
Come si diceva, i modelli sono tre: una hypercar, la sua variante fuoristrada (anzi, da deserto) e una vettura che non mancherà di far commuovere gli appassionati, perché ripesca il marchio romagnolo Bandini Dora dal dimenticatoio in cui, purtroppo, era finito. Tutti e tre accomunati dalla motorizzazione elettrica e dal fatto di essere prototipi che, si spera, nemmeno troppo lontano possano arrivare sul mercato.
E partiamo proprio dalla barchetta Bandini Dora (il modello bianco). Lunga 480 cm, larga due metri e dall’altezza di appena 115 cm, l’auto punta tutto sull’aerodinamica: è grintosa, schiacciata al suolo, prova a offrire alla resistenza dell’aria la minor superficie possibile. Le sue linee sono definite dai montanti longitudinali che partono dal parafango anteriore, percorrono i finestrini per confluire nel roll-bar posteriore che si prosegue fino alla coda: un evidente richiamo all’Halo impiegato in Formula 1.
Quanto al motore, erogherà l’equivalente di 544 cv scaricati a terra con la trazione integrale. La GFG Style dichiara che fa da zero a 100km/h in appena 3,3 secondi. Uno sprint da vera supercar. Mentre la velocità massima autolimitata è di 250 km/h, con una autonomia dichiarata è di oltre 450 km. Si farà o resterà nel cassetto dei sogni? Bella domanda. Rispolverare il marchio Bandini Dora sarebbe un vanto per il settore automobilistico tricolore, perciò si spera possa apparire almeno in edizione limitata, per pochi, pochissimi paperoni.
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Torna a farsi vedere la Vision 2030
Sulla Vision 2030 (modello verde) ci soffermeremo meno perché, come forse ricorderete, era già stata presentata al Riyadh Motor Show dello scorso novembre. L’Hypercar di GFG Style ha un telaio d’alluminio e una carrozzeria bicolore di fibra di carbonio. Il prototipo è pensato per ospitare due motori elettrici (con batterie posizionate a “T”) da 200 chilowatt l’uno così da erogare più di 500 cavalli.
Infine c’è la sua variante “suv” che, assicurano da GFG Style, è pensata appositamente per scorrazzare nel deserto, anche se a vederla qualche dubbio viene (così come restiamo perplessi sul numero degli appassionati che avrebbero una simile possibilità). È la Vision 2030 Desert Raid, anch’essa a emissioni zero, anch’essa in telaio d’alluminio e carrozzeria in fibra di carbonio.
Rispetto alla Vision 2030, eredita assetto e sospensioni da un altro concept GFG Style, il crossover Kangaroo che era alto appena 129 centimetri e dunque andrebbe davvero visto all’opera prima di dire che funzioni come un vero fuoristrada. Pensata per divertire i milionari, anche questo costoso giocattolo ha principalmente lo scopo di dimostrare come lusso, sfarzo e potenza possano andare di pari passo con il rispetto dell’ambiente.