Dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia, dall’Emilia-Romagna alla Puglia, in tutta Italia aumentano le spiagge accessibili, pensate per accogliere tutte e tutti. Negli ultimi anni, amministrazioni pubbliche e associazioni del territorio hanno dimostrato una crescente sensibilità verso il tema, impegnandosi affinché anche i luoghi di vacanza possano essere spazi di benessere inclusivo.

L’obiettivo è chiaro: garantire l’accessibilità dei servizi offerti dagli stabilimenti balneari e dalle strutture ricettive anche a chi vive una condizione di disabilità, in modo che ciascuno possa godere pienamente del proprio tempo libero, in autonomia e in condizioni di parità.

Dal Friuli alla Campania, dalla Sardegna alla Puglia

In Friuli la Regione ha investito in un modello di turismo accessibile, promuovendo strutture e servizi adatti a tutti i tipi di esigenze: un impegno concreto per permettere di viaggiare, alloggiare e partecipare ad eventi senza incontrare ostacoli. Nel sud-est della Sardegna, sul litorale di Muravera, l’associazione Domu Mia garantisce l’accesso gratuito in spiaggia ad anziani e persone con disabilità, creando di fatto una vera e propria comunità solidale che abbatte le barriere personali, sociali e legate all’età.

Animazione, ginnastica in acqua e supporto alle persone fragili al centro dell’iniziativa “Mare per tutti”, promossa dal Comune di Bari per garantire accesso sostenibile al mare, in particolare a beneficio delle persone con disabilità e dei cittadini più fragili, mentre in Campania, nel Cilento, alcuni stabilimenti offrono servizi specifici per bambini e adulti con autismo.

spiaggia libera tutti 6

A Rimini c’è “Spiaggia Libera Tutti”

Anche a Rimini, su uno dei litorali più frequentati d’Italia, è stato realizzato uno spazio senza barriere, accogliente e davvero “libero”. Accanto a piazzale Boscovich è attiva Spiaggia Libera Tutti, un’area pubblica e gratuita, attrezzata per accogliere persone che normalmente avrebbero difficoltà ad accedere a questi servizi.

Il progetto nasce da un bando del Comune di Rimini rivolto al terzo settore. A guidarlo è la Cooperativa Sociale Amici di Gigi, capofila di una rete che vede impegnate anche altre realtà: la Cooperativa Service Web, la Cooperativa Sportiva Dilettantistica RiminUp, InOpera, il Club Nautico di Rimini e la Cooperativa Bagnini Rimini Sud.

spiaggia libera tutti 7


«Abbiamo 16 postazioni attrezzate, ciascuna con un gazebo, che si possono prenotare con facilità, in modo da assicurare a chi ci raggiunge uno spazio dove trascorrere del tempo in serenità», spiega a StartupItalia Giacomo Morigi, responsabile del progetto: «Non si tratta semplicemente di eliminare le barriere architettoniche, ma di creare un luogo di socialità, divertimento e riposo per le persone con disabilità e per i loro accompagnatori. C’è tutto il necessario per un’esperienza confortevole: passerelle fino all’acqua, cinque sedie speciali per fare il bagno in sicurezza, cabine con docce calde e servizi accessibili».


«Già da queste prime settimane – sottolinea con entusiasmo Morigi – la risposta è stata molto positiva, con oltre 500 prenotazioni e circa mille persone che ci hanno raggiunto. È un punto di partenza, non un traguardo, ma possiamo dire di aver centrato l’obiettivo: offrire a tutti la possibilità di scegliere cosa fare nel proprio tempo libero, creando un luogo che generi incontri, relazioni e momenti positivi. Anche i volontari che ci sostengono lo fanno con entusiasmo, diventando parte della nostra comunità».

Accessibilità tecnica, ma anche culturale

spiaggia libera tuttii5
Photo credit per tutte le immagini: Spiaggia Libera Tutti


«Qualche giorno fa è venuto un signore da solo, all’inizio era timoroso, stava solo in spiaggia, poi si è lasciato andare e si è fatto aiutare per entrare in acqua: era commosso. Ha voluto chiamare la moglie e i figli per raccontare l’esperienza: non faceva il bagno da 28 anni. È stato emozionante anche per noi», ha concluso il responsabile dello spazio.

L’idea di fondo di tutte queste iniziative è semplice e potente: anche l’estate deve essere inclusiva, perché tutti quanti hanno diritto al riposo e al benessere, senza barriere e senza discriminazioni. E non si tratta di sola accessibilità tecnica, ma culturale. Non basta rimuovere gli ostacoli fisici, bisogna anche abbattere quelli mentali, imparando a progettare per ogni persona, senza lasciare indietro nessuno.