“Con la produzione di un metro quadrato di spirulina si possono sfamare sei bambini all’anno”, afferma il CEO di Algaria, Antonio Idà
“La malnutrizione è tra i principali problemi che affliggono il mondo. La FAO ha, infatti, stimato che in un futuro prossimo saranno 3 miliardi le persone che soffriranno la fame – afferma Antonio Idà, CEO di Algaria srl – Spireat ha messo a punto alcuni prodotti a base di alga spirulina, un alimento altamente nutritivo realizzato grazie a un processo circolare a impatto ambientale zero, che potrebbe essere impiegato contro la malnutrizione. Con la produzione di un metro quadrato di spirulina, infatti, si possono sfamare sei bambini all’anno”.
Spireat, che fa capo ad Algaria srl di Antonio Idà e del suo team, composto da altre 5 persone, produce spirulina grazie ad una sinergia tra biogas e innovazioni tecnologiche.
Venduta in confezioni biodegradabili, questa alga è in commercio in diverse forme: in polvere in bustine da 50 grammi (al prezzo di 18 euro a confezione); in confezioni da sei barrette (al costo di 13,50 euro); come preparato per risotti (a 4,50 euro); in scaglie o capsule. E presto saranno in commercio anche le patatine alla spirulina.
Il sito web di Spireat, all’interno del quale si possono acquistare i prodotti con spedizione gratuita per ordini superiori a 40 euro, propone anche diverse ricette su come preparare piatti gustosi a base di quest’alga.
L’impatto ambientale
“Produciamo i nostri prodotti grazie alla tecnologia e-BioPond, che permette di recuperare nutrienti da scarti organici e residui agroalimentari e li riutilizza come nutrimento per le microalghe, le quali possono, così, crescere senza l’utilizzo di sostanze chimiche, in un processo di economia al 100% circolare“, spiega Andrea Schievano, environmental engineer del team di Spireat.
“Impieghiamo fertilizzanti organici e produciamo spirulina di qualità biologica. Il 60% del nostro prodotto è composto da proteine con minerali, antiossidanti e vitamina – afferma il CEO – Grazie al nostro sistema, l’impatto ambientale è, inoltre, decisamente ridotto. Facendo un esempio, per produrre un chilo di carne servono 15.000 litri di acqua mentre per un chilo di spirulina ne sono sufficienti solo 15“.
Il team di Spireat
“Grazie all’impianto di biogas, realizzato nel 2012, si utilizza l’energia termica prodotta dall’impianto stesso e si sfrutta l’acqua calda per riscaldare la serra, mantenendo, così, sostenibili gli elementi essenziali per l’essiccazione della spirulina”, spiega Stefano Lanzoni, responsabile della produzione nel team di Spireat.
“Ci avvaliamo anche della collaborazione di produttori dislocati in tutta Italia – afferma Antonio Idà – Inoltre, abbiamo recentemente brevettato delle batterie elettrochimiche che trasformano sottoprodotti industriali in minerali i quali, a loro volta, fungono da nutrimento per le alghe”.
Il mercato di Spireat
“Al momento vendiamo in Italia, Svizzera e Germania, anche se la nostra ambizione è quella di scalare i mercati globali. I nostri clienti, oggi, sono principalmente sportivi, vegani e vegetariani, chi soffre di intolleranze o mancanze nutrizionali – afferma Antonio Idà – Il mercato delle proteine vegetali alternative è relativamente nuovo in Europa, ma in continua crescita, e la nostra proposta, in questo senso, si conferma un’alternativa innovativa funzionale. A livello biologico, infatti, la spirulina aiuta il rafforzamento muscolare negli sportivi, migliora il metabolismo e riequilibra lo stato fisico del corpo, donando una sensazione di benessere, dato che, sostanzialmente, è un energizzante naturale“.
Spireat ha recentemente avviato due collaborazioni: con la ong che combatte la malnutrizione, Antenna France, e con Carrefour, che li vedrà presenti all’interno del loro punto vendita Gourmet milanese per due mesi circa.
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Algaria srl, che aveva già vinto la ING Challenge Everyday Green di Cariplo Factory, è stata, inoltre, appena nominata start up distruptive nella categoria “Food & Feed from the Ocean” ai Blue Invest Awards 2020.