Non poteva non fare notizia il giorno dell’insediamento di Donald Trump. Durante la giornata di ieri, a Washinton, Elon Musk ha tenuto un breve discorso dopo il giuramento del nuovo presidente. A far discutere, soprattutto, è stato un gesto in particolare dell’uomo più ricco del mondo: evidentemente esaltato di fronte alla folla, ha alzato il braccio in quello che molte persone hanno definito un inequivocabile saluto fascista. Nelle ore successivo sul profilo X di Andrea Stroppa, l’italiano più vicino a Elon Musk, ha repostato un commento che cerca di fare chiarezza.
Andrea Stroppa sul braccio teso di Musk
Stroppa ha condiviso il post di Aaron Astor. «Ho criticato Elon Musk molte volte per aver lasciato che i neonazisti inquinassero questa piattaforma – si legge -. Ma questo gesto non è un saluto nazista. È il gesto di un uomo autistico (in passato ha annunciato di essere nello spettro dell’autismo, ndr) socialmente imbarazzato che saluta la folla dicendo “il mio cuore è con voi”». Una spiegazione plausibile?
Ricordiamo che una decina di giorni fa Andrea Stroppa ha pubblicato un post su X nel quale spiegava che si sarebbe preso una pausa dal discorso pubblico dopo giorni in cui il suo nome è circolato moltissimo su stampa e tv per varie vicende, una su tutte il molto dibattuto (e ancora non ufficializzato) contratto da 1,5 miliardi di euro tra Starlink e il governo italiano.
In merito al braccio teso di Elon Musk il giorno del giuramento di Donald Trump come nuovo presidente USA è intervenuta anche la ADL, la Anti-Defamation League. Più volte l’organizzazione ha avuto contrasti con il miliardario, accusato anni fa di favorire la diffusione dell’antisemitismo sulla piattaforma. In un post su X la ADL ha però voluto gettare acqua sul fuoco rispetto al gesto.
«Sembra che Elon Musk abbia fatto un gesto imbarazzante in un momento di entusiasmo, non un saluto nazista, ma ancora una volta, comprendiamo che le persone siano tese – si legge nel post -. In questo momento, tutte le parti dovrebbero concedersi un po’ di grazia, forse anche il beneficio del dubbio, e tirare un sospiro di sollievo. Questo è un nuovo inizio. Speriamo nella guarigione e lavoriamo per l’unità nei mesi e negli anni a venire».