Giovanni Arena, uno dei travel creator italiani più conosciuti su TikTok, in pochissimi anni è riuscito a creare una fanbase solida che conta quasi due milioni di persone. La sua passione nasce poco più che adolescente e per caso, volendo conservare video e foto dei suoi viaggi. Proprio grazie a tutto quel materiale raccolto all’età di ventiquattro anni decide di aprire il suo profilo dedicato ai viaggi che raggiungerà in poco tempo lo schermo di milioni di italiani e non solo. A oggi i suoi successi sono già moltissimi, dal suo progetto Puoy fino alla vittoria del premio Top Creator Awards organizzato da Forbes.
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Il lungo viaggio di Giovanni Arena
Raccontami un po’ del tuo percorso e della tua storia
Viaggiare è sempre stato parte di me e l’ho sempre amato. All’età di diciotto anni volevo evitare di perdere i ricordi dei miei viaggi, così iniziai a raccogliere tutte le foto e video che avevo realizzato negli anni. L’arrivo della pandemia e la fine di una relazione particolare hanno generato in me il bisogno di evadere e di condividere la mia passione.
Dovevo trasformare quel dolore in qualcosa di produttivo, non volevo piangermi addosso. Dapprima ho aperto la mia pagina su TikTok e in un secondo momento su Instagram.
Hai quasi due milioni di followers totali su TikTok e Instagram, come sei riuscito a costruire questa community?
Si è consolidata nel tempo in modo del tutto naturale e non è stato semplice. Il mio profilo è nato in un momento di “bisogno”. Le persone erano chiuse in casa e non potevano viaggiare. Tramite quel piccolo schermo che stringevano in mano, potevano andare in giro per il mondo. In molti affrontavano quelle difficoltà da soli in casa, e io ero il loro interlocutore, un loro amico che consigliava posti da visitare. Tutto è nato per una passione e non per la voglia di diventare famoso. Il mio lavoro era un altro, ero uno psicologo in un’azienda e forse la naturalezza di quei contenuti nascono da questo, dal volerlo fare per amore e non per dovere.
In base a cosa scegli le mete dei tuoi viaggi?
Le mie scelte vengono influenzate dalla corrente delle mie passioni, dalla musica al cinema. Il cinema ha un ruolo importante, molti viaggi sono stati scelti in base a curiosità cinematografiche.
Qual è stato il viaggio che ti ha dato di più a livello personale?
Il viaggio che penso mi abbia dato tanto a livello personale è stato sicuramente quello in treno da Milano fino al nord della Scozia, a Inverness. Introspezione è il termine che utilizzerei se lo dovessi descrivere con una sola parola. Capì che ero praticamente invincibile. Non perché in realtà io sia un supereroe, ma viaggiando da solo ho capito che molti limiti che ci poniamo sono solo mentali e non effettivi.
Quando parti per un viaggio, pensi già prima ai contenuti che andrai a creare? Come funziona il tuo processo di creazione?
No, prenoto la destinazione che preferisco. Non la cerco in base ai contenuti da realizzare. Non appena raggiungo la meta i contenuti vengono da sé, con la naturalezza che contraddistingue tutta la comunicazione.
Recentemente hai lanciato Puoy, cos’è questo nuovo progetto?
Puoy è il mio Travel brand. Nasce dalla volontà di non fermarmi alla mia carriera da travel creator. Così ho convertito la mia passione in un progetto più ampio, anche se è ancora molto giovane sta andando molto bene, e di questo sono molto contento.
Qual è l’obiettivo e la visione di questa nuova azienda?
Puoy si occupa di organizzare viaggi di gruppo intergenerazionali, senza limiti d’età. Questo permette di avere tantissime generazioni all’interno dei viaggi. Arricchisce molto culturalmente ed è bellissimo vedere comunicare generazioni differenti. L’elemento fondamentale per partire in un viaggio di gruppo, non è l’età ma la voglia di viaggiare, la passione per i viaggi. La loro funzione è quella di unire le persone. Mi piace fare questo lavoro perché chi parte con me condivide i miei stessi valori e la mia inclusività.
Cosa vuoi realizzare con questa startup?
Mi piacerebbe che la mia visione dei viaggi venisse condivisa dalle persone che decidono di partire in gruppo. Non bisogna considerare i viaggi solo puro divertimento ma potrebbe essere un’opportunità per conoscersi, analizzarsi e perché no superare anche un momento difficile.
Nella valigia di ritorno vorrei che ognuno dei partecipanti tornasse arricchito non solo culturalmente ma anche mentalmente.
Un consiglio per chi vorrebbe fare il tuo percorso?
La chiave per poter fare questo lavoro -ma in realtà quasi in tutti- è la costanza. Non esiste una formula precisa, oltre la passione. Sommando questi due elementi potrai raggiungere i tuoi obiettivi. Ma non pensare che i risultati arrivino in poco tempo, ci potrebbe volere un giorno o dieci anni. La fortuna ha sempre un ruolo importante, ma da sola non basta. Ed ecco che subentra la costanza.