Ora bisogna attendere il passaggio al Senato e, eventualmente, la firma del Presidente Biden, che intanto si è già detto favorevole. Quanto accaduto negli Stati Uniti rischia comunque di segnare un ulteriore peggioramento dei rapporti tra TikTok e gli USA. La Camera ha infatti approvato il Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act, un disegno di legge che impone al social di ByteDance di separarsi dalla casa madre in Cina se vuole continuare a rimanere attivo. Se entro sei mesi dall’ipotetica approvazione della legge ciò non dovesse verificarsi Washington provvederà a spegnere l’app sul territorio americano.
Perché gli USA hanno paura di TikTok?
Il voto era largamente atteso e da giorni infatti si discuteva sugli scenari futuri. Di recente una commissione interna al Congresso ha approvato all’unanimità il testo, che ora è passato a larga maggioranza anche alla Camera. Il timore di una fetta della politica americana è che TikTok costituisca un pericolo, essendo una società cinese. Per impedire l’eventualità che Pechino sottragga dati sensibili, gli Stati Uniti hanno optato dunque per l’inflessibilità: o la società si separa dalla Cina, oppure il social sarà bandito. Da anni enti e imprese proibiscono ai dipendenti di scaricare l’app sui dispositivi aziendali.
Biden e Trump: scambio di ruoli
Quest’anno gli USA eleggeranno il prossimo presidente e con ogni probabilità la sfida sarà tra Biden e Trump. L’inquilino della Casa Bianca ha deciso di sbarcare comunque sul social cinese. Come politico si è dimostrato non così diverso dal predecessore rispetto a come trattare il gioiello di ByteDance. Nel 2020 era stato per primo Trump a spingere affinché una società americana acquisisse la piattaforma. Di recente il tycoon ha però ritrattato la propria posizione: per lui, oggi, il nemico numero 1 è Facebook e tutte quelle app che lo hanno cacciato dopo i disordini di Capitol Hill nel 2021.
Non è facile capire come finirà la vicenda. Secondo alcuni si tratta di una legge anticostituzionale dal momento che è evidente l’intenzione di mirare direttamente a una piattaforma specifica. Come si legge su The Verge il testo porterebbe anche a colpire altre app di aziende con sede in Paesi nemici. Lo stesso magazine evidenzia quanto sia comunque imbarazzante per certi politici in campagna elettorale impegnarsi per bandire TikTok, quando in realtà utilizzano la medesima app per raggiungere gli elettori con il proprio messaggio.