Dopo la firma del presidente USA Biden alla legge che impone a ByteDance di vendere il social TikTok a un soggetto non cinese entro massimo un anno, pena la messa al bando dal web negli Stati Uniti, è arrivata la risposta da parte della Big Tech. Come previsto l’azienda ha deciso di presentare ricorso (lo ha fatto alla Corte d’appello di Washington), lamentando il fatto che la nuova legge approvata in maniera bipartisan dal Congresso violerebbe il Primo emendamento della Costituzione americana, quello che tutela la libertà di parola e di espressione. Secondo il Post è probabile che la questione arrivi fino alla Corte Suprema.
Perché TikTok viene ostacolato negli USA?
Lo scontro riguardo a TikTok va avanti dal 2020 negli Stati Uniti, ovvero da quando alla Casa Bianca sedeva Donald Trump. All’epoca il tycoon ha tentato, senza successo, di costringere ByteDance a vendere il suo gioiello a una cordata di imprese a stelle e strisce (all’epoca circolavano i nomi di Oracle e Microsoft). Con la presidenza Biden la situazione non è migliorata: da anni enti federali e università hanno proibito ai propri dipendenti di scaricare l’app per timori che dati sensibili possano finire nelle mani del governo di Pechino.
Quanti usano TikTok negli Stati Uniti
Sono oltre 170 i milioni di americani iscritti al social cinese. La piattaforma è diventata rapidamente competitor di Instagram, influenzando il mercato dei social con un algoritmo estremamente efficace nel profilare i gusti degli utenti. In riferimento alla legge che sventola la minaccia del ban, ByteDance ha parlato di timori pretestuosi e Pechino ha accusato gli Stati Uniti di bullismo.
La vicenda si inserisce ovviamente nella campagna elettorale USA in vista delle presidenziali di novembre. Stando così le cose l’affare dovrà comunque essere gestito dal prossimo inquilino della Casa Bianca (in corsa ci sono ancora, come nel 2020, Biden e Trump). Quest’ultimo ha di recente cambiato atteggiamento nei confronti di TikTok, preferendo prendersela contro Meta e le Big Tech americane che avevano deciso di bannarlo dopo i fatti di Capitol Hill nel gennaio 2021.