«Una coraggiosa e impegnata paladina della pace, una donna che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un’oscurità crescente». Così Jorgen Watne Frydnes, presidente del comitato del Nobel, ha letto la motivazione dell’assegnazione del premio a María Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana che ha ricevuto il Nobel per la Pace «per il suo instancabile lavoro nel promuovere i diritti democratici del popolo venezuelano e per la sua lotta per raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia».
«Negli ultimi dodici mesi, Machado è stata costretta a vivere nascosta. Nonostante le gravi minacce alla sua vita, è rimasta nel Paese, una scelta che ha ispirato milioni di persone – ha dichiarato Frydnes – Quando gli autoritari prendono il potere è fondamentale riconoscere i coraggiosi difensori della libertà che si alzano e resistono».
Il lavoro di María Corina Machado
58 anni appena compiuti, Machado è stata deputata dell’Assemblea nazionale del Venezuela dal 2011 al 2014, fondatrice del movimento politico Vente Venezuela, cofondatrice dell’associazione civile Súmate e membro, insieme ad Antonio Ledezma e Diego Arria, della piattaforma “Io sono il Venezuela”. Ha partecipato al colpo di Stato del 2002 in Venezuela e alle elezioni parlamentari del 2011 è risultata la candidata con più voti nella storia dell’Assemblea Nazionale del Venezuela.
Nel 2014 ha accettato l’incarico di “rappresentante supplente” di Panama presso l’Organizzazione degli Stati Americani per poi, tre giorni dopo, venire revocata dall’incarico da parte del presidente dell’Assemblea Nazionale, Diosdado Cabello, che aveva annunciato che Machado aveva perso il suo status di deputato, automaticamente, per un’interpretazione di violazione degli articoli 149 e 191 della Costituzione. Machado è stata candidata alla presidenza alle primarie dell’opposizione del 2012, raggiungendo il terzo posto con il 3,7% dei voti e nel 2023 candidata alla presidenza per Vente Venezuela alle elezioni primarie della Piattaforma Unitaria del 2023. Il 30 giugno è stata inabilitata politicamente per quindici anni dal Controllore Generale della Repubblica che la accusa di frode fiscale e di sostenere le sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti al Venezuela.
Ma non si è mai arresa, in Venezuela è la figura di spicco dell’opposizione al presidente venezuelano Nicolás Maduro. Lo scorso anno ha ricevuto il Premio Vaclav Havel dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e il Premio Sacharov del Parlamento europeo, seguito oggi dal Premio Nobel per la pace. Nel 2018, è stata inserita nelle 100 Women della BBC.
Il Comitato per il Nobel sottolinea che Machado «Ha unito l’opposizione del suo Paese. Non ha mai vacillato nel resistere alla militarizzazione della società venezuelana. È stata ferma nel suo sostegno a una transizione pacifica verso la democrazia. Ha dimostrato che gli strumenti della democrazia sono anche gli strumenti della pace. Incarna la speranza di un futuro diverso, in cui i diritti fondamentali dei cittadini siano tutelati e le loro voci siano ascoltate. In questo futuro, le persone saranno finalmente libere di vivere in pace».