Anche Solid Snake ha un cuore e potrebbe commuoversi incontrando di nuovo Psycho Mantis. Ecco cosa pensiamo dell’operazione nostalgia orchestrata da Konami
Le collection sono giochi a sé o mosse commerciali? Andrebbero proposte a prezzo ridotto o no? Costituiscono l’unico modo (legale) per giocare a capolavori del passato o un escamotage un po’ pigro per le software house di lucrare sulla nostalgia dell’utenza? Tutte domande lecite che potrebbero riguardare anche remake e remaster. Tutte domande che rimbalzano su Internet da anni: un tempo animavano le discussioni nei forum, oggi quelle sui social e le dirette Twitch. Tutte domande, è bene chiarirlo, dalle quali ci terremo alla larga: non abbiamo infatti pretesa di custodire alcun tipo di risposta ma, soprattutto, vogliamo esclusivamente parlarvi di Metal Gear Solid Master Collection Vol. 1.
I contenuti di Metal Gear Solid Master Collection Vol. 1
Chiariamo subito una cosa. Metal Gear Solid Master Collection Vol. 1 è davvero una collector di peso. Più che per la cura con cui è stata confezionata per la portata dei titoli che racchiude: veri e propri capolavori. Naturalmente sono tutti invecchiati, che nel campo dei videogame esistano opere sempreverdi non è del tutto vero: i cambiamenti tecnologici e ludici nel corso degli anni sono stati tanti e tali che è difficile che un titolo del 1990 oggi sappia ancora sorprendere.
Tuttavia, e questa è la caratura dei videogiochi racchiusi nella Metal Gear Solid Master Collection Vol. 1, sono diversi i frangenti in cui diversi capitoli della serie riescono ancora a strappare un sorriso, magari commosso se si aveva giocato ai tempi che furono agli originali, oppure genuino, se è la prima volta che si affronta questo viaggio tra alcuni degli stealth game più belli mai sviluppati. Inutile citare lo scontro con Psycho Mantis, uno dei cattivi più affascinanti della saga, non fosse altro per le trovate intessute nelle meccaniche ludiche della battaglia.
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Chi, nel 1998, giocò a Metal Gear Solid 1 avrà già capito dove vogliamo andare a parare: tutti gli altri è giusto che lo scoprano giocando. Sappiate comunque che in parte quella magia è rimasta intatta, sebbene le capacità divinatorie del tarpano oggi non gli consentano di leggere ciò che è stoccato negli HDD delle nostre PlayStation 5, Nintendo Switch o Xbox Series X|S ma solo di ficcanasare su una falsa memory card creata ad hoc e contenente, ovviamente, solo titoli Konami.
Ma vediamoli, allora, questi contenuti che stiamo osannando.
- Metal Gear
- Metal Gear 2: Solid Snake
- Metal Gear Solid (Including VR Missions/Special Missions)
- Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty (HD Collection version)
- Metal Gear Solid 3: Snake Eater (HD Collection version)
- Metal Gear (NES/FC version)
- Snake’s Revenge
Video
- Metal Gear Solid: Digital Graphic Novel
- Metal Gear Solid 2: Digital Graphic Novel
Digital book
- Metal Gear Solid: Screenplay Book
- Metal Gear Solid: Master Book
- Metal Gear Solid 2: Screenplay Book
- Metal Gear Solid 2: Master Book
- Metal Gear Solid 3: Screenplay Book
- Metal Gear Solid 3: Master Book
- Metal Gear & Metal Gear 2: Screenplay Book
- Metal Gear & Metal Gear 2: Master Book
Soundtrack
- Metal Gear Solid: Digital Soundtrack
Di carne al fuoco, è indubbio, ce ne è parecchia. Soprassedendo sull’utilità di artbook e digital book, oggetti che solitamente i collezionisti prediligono cartacei, ci soffermeremo esclusivamente sui videogame firmati Konami. Che appunto erano e restano “tanta roba”, al netto delle rughe portate dal tempo.
Per la verità qualche scelta discutibile è stata fatta. Metal Gear Solid è riproposto nella versione originale, dalla grafica estremamente povera e spixellata, martoriata ulteriormente se si gioca su un televisore d’ultima generazione, mentre i due capitoli successivi provengono dalla Metal Gear Solid HD Collection realizzata da Bluepoint Games nel 2011. Una scelta che rende naturalmente Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty e Metal Gear Solid 3: Snake Eater più giocabili sugli schermi attuali e più appetibili al pubblico del 2023, ma che non consente di capire la ratio con cui si è mossa Konami. Perché o si prendono gli originali, e allora dovremmo avere solo quelli per privilegiare il peso storico di ciascuna produzione o si dà maggior peso alla realizzazione tecnica e si sfruttano i remake. Per il primo avremmo allora preferito Metal Gear Solid: The Twin Snakes uscito nel 2004 su GameCube: non può competere con i remake in HD ma ha il suo fascino e comunque ha un impianto tecnico certamente migliore dell’originale per PlayStation 1.
Al netto di questi ragionamenti, comunque, poter giocare oggi i capitoli della serie che vanno dal NES al 3DS, con le punte più alte costituite dai titoli apparsi su console Sony è davvero una ghiotta opportunità. Probabilmente avremmo da ridire sul prezzo, ma trascorrere le vacanze di Natale a spasso per i ricordi giustifica qualsiasi spesa folle. O no?