«Stiamo investendo miliardi in infrastrutture e generando centinaia di milioni di entrate e tasse per le aziende e gli enti locali, il tutto con l’obiettivo di fare del Texas meridionale la porta d’accesso a Marte». Sono le parole del direttore generale della Starbase, Kathryn Lueders, scritte in una lettera al giudice della Contea di Cameron in Texas, là dove ha sede SpaceX, la società aerospaziale di Elon Musk. Se l’obiettivo dell’uomo più ricco del mondo resta quello di colonizzare Marte, nel frattempo c’è un traguardo più abbordabile: trasformare il sito dove si producono e lanciano razzi in una città. Per farlo serve una votazione per la quale sono stati depositati i documenti.
Perché Elon Musk vuole fondare una città in Texas?
In polemica con la California e la sua cultura giudicata woke (il politicamente corretto ai suoi estremi, secondo i detrattori), Musk ha annunciato nel 2024 l’intenzione di trasferire la sede di SpaceX in Texas (comunicando il medesimo piano anche per X). A Boca Chica, vicino al confine col Messico, Starbase svolge nei fatti già la funzione di una pubblica amministrazione: essendo in una zona remota la società si è occupata di costruire strade e infrastrutture fornendo anche servizi come istruzione e assistenza medica come ha spiegato Leuders nella sua lettera ufficiale.
Trasformando Starbase in una città tutte queste funzioni verrebbero delegate a un’entità pubblica. Resta da capire se la burocrazia americana, che ora Musk punta a tagliare in qualità di capo di Doge, potrebbe essere all’altezza dei suoi canoni. La città più vicina al sito è Brownsville e dista 40 km, collegata da un unico tratto autostradale.
Durante un podcast, Musk ha spiegato di vivere all’interno di Boca Chica, in Weems Street. Ma dal momento che il nome non gli piace ha presentato una petizione per modificarlo in Memes Street. Sono circa dieci anni che SpaceX opera dal Texas, dove sono stati creati migliaia di posti di lavoro.