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La storia di una startup che punta da sempre sul fai-da-te. L’intervista al CEO Stefano Guerrieri
«Il nostro prodotto è nato per il do it yourself. Ci spieghiamo anche così il successo che abbiamo avuto durante i difficili mesi del lockdown, quando milioni di persone hanno passato molto tempo a casa». Stefano Guerrieri, CEO di PlayWood, ha motivato così i risultati della startup votata a un arredo fai-da-te sostenibile. «Dall’inizio della crisi – ha aggiunto – il prodotto più venduto è stata una scrivania funzionale e green che abbiamo pensato proprio perché tantissime persone erano in smart working e altrettanti studenti hanno dovuto seguire le lezioni da casa». Puntando sull’e-commerce e sul customer care l’azienda ha registrato un aumento delle vendite online europee con un picco del +363% nel mese di aprile e una media nei primi quattro mesi del 2020 del +222% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In questo periodo la startup sta per chiudere (31 maggio) la campagna di crowdfunding su Mamacrowd.
PlayWood: dai co-working alle case
Nel periodo pre-crisi il mercato di PlayWood vedeva la maggior parte della clientela (70%) negli spazi di co-working, nei musei o gallerie e nelle realtà commerciali dove i suoi prodotti venivano utilizzati in ambito professionale. «È stato fondamentale però aver coltivato nel tempo anche una clientela nell’ambito dell’arredamento domestico – ha commentato il CEO della startup – Avere queste due anime ci è servito moltissimo perché, una volta arrivato il lockdown, abbiamo puntato tutto sui privati, proponendo nuovi prodotti per la casa».
Secondo i dati messi a disposizione da PlayWood, aprile ha registrato circa 80mila euro di fatturato, il più alto di sempre. «La nostra esperienza forse può essere d’aiuto per altre startup in questo momento di difficoltà. Innanzitutto siamo stati molto attenti a curare i canali e-commerce, fondamentali per raggiungere i clienti». La crescita maggiore si è vista sul canale Amazon dove, nel mese di aprile, si è registrato un +3924% di ricavi rispetto allo scorso anno. «Ma l’altro aspetto fondamentale che abbiamo dovuto curare in questo periodo è stato il customer care: non rispondere ai clienti in questo periodo è la cosa peggiore che si possa fare perché si rischia di perderli per sempre. Di fronte a persone che hanno atteso anche un mese prima di ricevere l’ordine a casa il nostro sforzo è stato quello di tenerli sempre informati e farli sentire parte di un processo in un momento di generale difficoltà».
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Per una startup attiva nel settore dell’arredamento l’altra sfida di questo periodo storico è stata quella di capire come realizzare nuovi prodotti venendo incontro alle nuove esigenze della cosiddetta Fase 2. In primis, cosa fare per garantire il distanziamento sociale nei negozi, per esempio? «Abbiamo lanciato una linea di schermi parafiato inizialmente come altri utilizzando il plexiglass – ha spiegato Guerrieri – ora stiamo sviluppando una nuova soluzione che utilizzi materiali ecosostenibili e riciclabili. Se l’emergenza dovesse perdurare e così la richiesta di questi prodotti protettivi, crediamo che essi debbano essere sostenibili sul lungo periodo: per questo le nuove soluzioni che proporremo, passata l’emergenza, potranno comunque essere riutilizzate per altre scopi o completamente riciclate».