Un titolo che bada alla sostanza, con quei pochi ingredienti che si è scelto
Il 2020 è stato un anno complesso per il mondo del lavoro. Tante aziende hanno saputo trasferire online la propria routine quotidiana. Altre ancora sono proprio nate in quei drammatici mesi, abbracciando fin da subito la filosofia del full remote. Statera Studio è una di queste, software house indipendente che ha realizzato Pocket Bravery, un picchiaduro dagli evidenti richiami al passato, vuoi per la marcata grafica pixelosa, vuoi anche per il genere scelto, il beat’em up. Omaggiando mostri sacri come Street Fighter, il videogioco replica meccaniche già note agli appassionati, con una grafica vintage ma ricca di animazioni quando i cazzotti si fanno davvero sentire.
Nei picchiaduro a scorrimento orizzontale di un tempo non c’erano mille combinazioni, ma tasti essenziali per combattere con pugni e calci. Lo stesso vale in Pocket Bravery, beat’em up che ha infatti preferito puntare sulla varietà dei lottatori per offrire un menu con stili di combattimento differenti.
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Ai colpi tradizionali si aggiungono poi combo e altri poteri magici che renderanno i combattimenti ancora più frenetici. Non male poi i fondali di ogni scontro, da quelli più classici e spogli a situazioni affollate e con attenzioni ai dettagli all’orizzonte.
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Non sarà divertente e vario come Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, anche questo provato su PC, ma Pocket Bravery è un titolo solido, che sa divertire con quei pochi ingredienti essenziali che si è scelto. Sul tema poi accessibilità, non è punitivo, ma sa prendere per mano tutti i gamer.