Dalla realtà indie Morteshka un titolo che parla di magie, streghe e misteri
Non ci stancheremo mai di ribadire quanto lavoro ci sia dietro allo sviluppo dei videogiochi. E non ci riferiamo soltanto alle righe di codice. In certi casi parte della fatica viene spesa in archivio, alla ricerca delle fonti più affidabili per costruire una trama che non sia soltanto bella, ma anche fedele alla storia. Nel caso di Black Book, videogioco della software house indie russa Morteshka, il prodotto finale è frutto anche di studi sul folklore, sulle mappe del XIX secolo e sulle Bailichkas, racconti tramandati che parlano di spiriti e misteri. Disponibile su Nintendo Switch, il titolo è sbocciato a Perm, città nel cuore della Russia, vicino agli Urali, luogo a cui gli sviluppatori si sentono particolarmente legati. Scoprite di più nella nostra recensione di Black Book.
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Recensione di Black Book
Non è da tutti sviluppare un videogioco ambientato nel luogo in cui si è cresciuti. Questo è Black Book, un titolo che vale anche come viaggio interattivo nella cultura della Russia profonda, rurale, lontana da Mosca e dagli influssi europei. In mezzo a una natura tanto selvaggia, quanto inquietante prende il via la storia di Vasilisa, giovane che ha appena perso il suo amato. Dalla sua tomba, scavata nel terreno, ci allontaniamo per dirigerci verso il nostro destino: diventare una maga. Black Book è un RPG con un gameplay basato sulle carte collezionabili, da utilizzare nei combattimenti per attaccare e curarsi.
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In Black Book non c’è soltanto l’azione. Anche i dialoghi sono preziosi per approfondire il folklore e procedere nella storia. In certe situazioni ci viene richiesto di risolvere enigmi e di incontrare altri npc, che bussano alla nostra porta per chiedere aiuto e protezione. L’atmosfera del videogioco è davvero convincente e, trattandosi di un prodotto autoctono, merita un plauso per come è riuscito a trasferire tutta la sua autenticità su console.
Se non siete appassionati di carte collezionabili possiamo comunque suggerirvi Black Book perché le dinamiche di gioco non sono respingenti e questo aspetto è uno dei tanti contenuti in un titolo a matrioska, dove il bello sta anche nell’esplorazione di un mondo lontano dal nostro immaginario. A livello grafico la scelta è stata originale, soprattutto perché non c’è un unico stile: nelle fasi di dialogo vediamo i personaggi uno accanto all’altro sulla schermata, mentre negli scontri apprezziamo le animazioni di magie e incantesimi. E anche gli scenari notturni, con mostri e creature demoniache, hanno il loro perché.
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Trattandosi di un videogioco dove l’aspetto divulgativo è determinante, gli sviluppatori hanno scelto saggiamente di non imporre una difficoltà eccessiva, lasciando invece spazio al giocatore di avanzare nella trama senza troppi ostacoli. Nonostante sia piena estate, Black Book è un titolo che ci fa già sentire l’atmosfera di Halloween, grazie anche a una colonna sonora adeguata al climax di inquietudine e mistero.