Sviluppato dalla software house tedesca Assemble Entertainment
Se ne è parlato lo scorso anno su Steam. Ora anche su Nintendo Switch possiamo raccontarvi della nostra esperienza con Jessika, il videogioco realizzato in FMV, ovvero full motion video. Se non conoscete questo genere vi basti sapere che è di nicchia e non sempre gli sviluppatori fanno centro. E questo nonostante la possibilità di potersi sbizzarrire con attori in carne e ossa che si prestano a diventare protagonisti di un titolo. D’altra parte il gamer può rimanere intrigato da un gameplay che gli permette di ottenere effetti e comportamenti davvero umani, pieni di emozioni. Sviluppato dalla tedesca Assemble Entertainment, Jessika ci obbliga al confronto con un terribile caso di cronaca nera. Scoprite di più nella nostra recensione di Jessika per Nintendo Switch.
Recensione di Jessika
L’interfaccia con cui il gamer viene introdotto all’indagine è quella di un desktop, su cui iniziare a svolgere le indagini raccogliendo materiali, sbloccando video e contenuti, e scrivendosi con altri NPC. Il padre della ragazza ci ha incaricato di fare luce sulla sua scomparsa. L’impatto con il videogioco non è di certo dei più movimentati, ma la possibilità di conoscere da vicino la storia della vittima grazie a filmati sempre più personali è un magnete emotivo non da poco. Purtroppo non esiste un doppiaggio in italiano, ma soltanto la possibilità di seguire i sottotitoli in inglese e i video con la lingua originale.
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La performance dell’attrice è più che riuscita e, seppur con i limiti della sceneggiatura, ci ha convinto come spesso accade nel genere FMV, dove il problema non sono quasi mai gli attori. Il genere potrebbe avvicinarsi a quello delle avventure grafiche e visual novel, ma il problema di Jessika è che la trama si indebolisce alla svelta. Bella comunque l’idea di un’indagine condotta davanti a un monitor – ci ha fatto sentire hacker in erba – e il continuo utilizzo di keyword per procedere e sbloccare nuovi contenuti mantiene alto il ritmo del detective.
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In un momento storico in cui parlare di salute mentale è un obbligo – visto soprattutto il periodo drammatico vissuto in tutto il mondo – quello videoludico ha tutte le carte in regola per proporsi come medium maturo. La morte di Jessika sembrerebbe condurre le indagini verso la conclusione che si sia trattato di un drammatico suicidio. Ma sarà davvero così? Ripiegati nella nostra sfera privata, spesso ci dimentichiamo di accettare la sofferenza e le difficoltà altrui, banalizzandole come semplici stati d’animo che si possono superare con piccoli momenti di svago. Fortunatamente il gaming tiene alta l’attenzione sul dibattito.