Dal Canada un titolo indie che (non) dà una scossa al genere
L’effetto è voluto. Se siete sempre stati abituati ai picchiaduro frenetici dove pugni, calci e combo fioccano alla velocità della luce, preparatevi a un’esperienza completamente diversa e audace. Da Vancouver, Canada, la software house indie Craftshop Arts sbarca sulla next gen di Xbox con Mad Streets, beat’em up da farvi davvero uscire di testa pochi istanti dopo le prime scazzottate. Gli sviluppatori hanno scelto di metterci nei panni di lottatori pieni di muscoli e rabbia, coi quali però non è immediato entrare in confidenza. Scoprite di più nella nostra recensione di Mad Streets.
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Recensione di Mad Streets
I comandi non sono poi così tanti: pugni e schivate si imparano alla svelta e i colpi speciali valgono come acqua nel deserto per darci fiato nella mischia. L’aspetto più da considerare di Mad Streets è invece quella costante sensazione di rallenty che caratterizza gli scontri. Come già accennato, ogni movimento sembra come frenato, aspetto che restituisce un clima di goffaggine generale alquanto divertente. Gli spazi sono stretti e quando bisogna attaccar briga o difendersi il gameplay costringe ad arrendersi all’imprevedibilità: compagni o nemici spesso ci vengono addosso senza volerlo, magari perché impegnati a incassare cazzotti altrui.
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Nel menu a tessere c’è l’opzione pratica, alla quale vi consigliamo di rivolgervi. Fosse anche soltanto per capire di che pasta (molle, è il caso di dire) è fatta Mad Streets. Alla lunga, va detto, può stufare questa sensazione di prendere a pugni pupazzi gommosi che paiono fatti di pongo, ma diamo comunque atto alla software house canadese di aver scelto una precisa filosofia di picchiaduro, rispettandola dall’inizio alla fine.
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Gli eroi (tutti cazzutissimi) che possiamo scegliere su Mad Streets hanno ciascuno la propria abilità e la longevità del titolo non è garantita soltanto dalla bellezza del multiplayer, ma anche dalla possibilità di switchare da un gigante tipo Hulk a una sorta di cheerleader che è meglio non fare arrabbiare. L’ambiente va infine sfruttato (e distrutto) per i nostri scopi: ogni utensile, grande o piccolo che sia, è a nostra disposizione per fare più male possibile.