«Facevamo le stesse cose da 136 anni». Ci scherza su Richard Hammond, ma secondo i tabloid inglesi e a giudicare da alcune passate dichiarazioni dello stesso giornalista sarebbe stato proprio lui quello che ha più volte provato a persuadere il collega Jeremy Clarkson a continuare con The Grand Tour.
Invece, com’è noto, i tre protagonisti di Top Gear prima e di The Grand Tour da 8 anni a questa parte hanno messo in liquidazione la W. Chump and Sons, la società che produceva gli show di Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May di proprietà degli stessi presentatori britannici (W. Chump altri non è che un acronimo: Wilman, Clarkson, Hammond und May Production).
Il 13 settembre uscirà su Amazon Prime Video One For The Road che rappresenterà l’ultima avventura a tre, on the road, appunto, dei moschettieri meno politicamente corretti mai apparsi in televisione (o sul web, in streaming). Una avventura nel cuore dell’Africa a bordo di tre vetture d’eccezione: una Lancia Montecarlo, una Ford Capri e una Triumph Stag.
Cosa ha detto Richard Hammond
Non c’è una vera e propria ragione legata al fatto che proprio la puntata in Zimbabwe sia stata scelta dai tre come ultima sortita assieme. «Volevamo concludere alla nostra maniera», ha detto sempre Richard Hammond, «Avendo modo di scegliere luogo, momento e modo. Ed è proprio quello che abbiamo fatto».
All’inizio dell’anno sempre Clarkson aveva tolto ogni dubbio: «Ho guidato le auto più in alto di chiunque altro – le parole che il presentatore 63enne aveva apposto come epitaffio alla serie Grand Tour – e più a nord di chiunque altro. Abbiamo fatto tutto ciò che puoi fare con un’auto. Quando ci siamo riuniti per decidere cosa fare dopo, se ci fossero altre sfide, le persone hanno semplicemente alzato le braccia in aria».
One for the road sarà «commovente»
Qualche particolare in più su quanto vedremo il 13 settembre in One For The Road è arrivato invece dallo storico producer Andy Wilman: «Non succede molto, quindi chiunque pensi di avere di fronte qualcosa di epico à la Avengers Endgame rimarrà deluso perché è volutamente delicato. Ma il loro cameratismo è di livello superiore e credo che si veda. Sanno che questa è l’ultima volta che facciamo questo, quello e quell’altro. Penso che si dicano addio meglio di quanto possano fare i presentatori… perché sono così uniti, tutto ciò lo trovo abbastanza commovente senza bisogno di chissà quali discorsoni».