L’opera prima di una software house di Varsavia parte da una buona idea che non viene però concretizzata al meglio, finendo per scomparire tra decine di videogiochi simili
Pur col dovuto rispetto che si deve tributare a una tragedia di quelle proporzioni, nella quale hanno perso la vita migliaia di innocenti e di coraggiosi, l’esplosione del reattore 4 della centrale nucleare “Lenin” di Černobyl e la conseguente contaminazione dell’area circostante, resta un avvenimento capace di esercitare una certa dose di fascino. Non stupisce, dunque, se negli anni si siano moltiplicate opere horror, dai film ai videogiochi, ambientate proprio all’interno del perimetro contaminato, dove nessuno ha potuto più mettere piede e la natura ha ripreso velocemente il sopravvento, avviluppando case, infrastrutture e strutture metalliche. Ma qualcosa di più pericoloso di rampicanti e radici potrebbe strisciare tra quelle rovine, qualcosa creato dalle radiazioni che si sono sprigionate a seguito del disastro: è la tesi sostenuta dallo sviluppatore indipendente Volframe Studio nel suo videogioco S.W.A.N. Chernobyl Unexplored, edito da Art Games Studio S.A.
S.W.A.N. Chernobyl Unexplored, qualche spavento ma tanti sbadigli
Lo S.W.A.N. del titolo è il luogo in cui è ambientata l’avventura. È un acronimo inglese di un edificio russo (quasi certamente, infatti, nell’Unione sovietica veniva usata la lingua del nemico per identificare edifici governativi sensibili…) che indica un centro scientifico in cui, prima dell’esplosione del reattore, venivano studiate malattie sconosciute: Syndrome Without A Name.
Siamo ormai nel 1987 e la squadra preposta a controllare che nessuno entri nel perimetro, ma soprattutto che nessuna “cosa” esca, registra delle attività proprio nel centro di ricerche S.W.A.N. Occorre allora andare a controllare ed è inutile dire che la scelta ricadrà sul nostro povero alter ego, che di lì a breve si ritroverà invischiato, assieme al classico team destinato a sparire quasi subito, in un’avventura terrificante.
O meglio, più deludente che terrificante, perché, a differenza di titoli che hanno sfruttato la tragedia nucleare occorsa su suolo ucraino ai tempi della Guerra Fredda, come per esempio Chernobylite recensito esattamente un anno fa dal nostro Alessandro Di Stefano, S.W.A.N. Chernobyl Unexplored non consente di visitare la città di Pryp”jat’ e i dintorni della centrale, ma ci rinchiude in anonime stanze che avrebbero potuto essere dislocate ovunque nel mondo.
L’impressione, dunque, è che gli sviluppatori volessero creare un horror e l’idea della centrale sia sopraggiunta solo in un secondo momento: se si escludono i rimandi all’Unione sovietica come quadri, bandiere e documenti, difatti, nulla suggerirebbe che siamo nel cuore del disastro nucleare. Se a questa prima delusione aggiungiamo che il titolo non ha nulla di realmente innovativo rispetto alle tante avventure in prima persona dalle tinte horror che affollano gli store digitali delle nostre console e che, per di più, poggia su un impianto tecnico e grafico piuttosto vecchio e spartano (non è possibile interagire quasi con alcun elemento dello scenario), ci si rende ben presto conto del fatto che, nonostante S.W.A.N. Chernobyl Unexplored abbia il suo fascino, non riesce certamente a essere memorabile.