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È un cinema diffuso, quello di Sguardi altrove Women’s International Film Festival, rassegna dedicata al cinema fatto dalle donne che in questa trentaduesima edizione moltiplica i suoi spazi di visione sconfinando dai contorni urbani di Milano e seminando il territorio con 50 film provenienti da 23 Paesi, declinati in nove sezioni, delle quali tre sono competitive. 

Il festival diffuso, che raccoglie opere di registe ormai riconosciute, così come di giovani filmaker e che affronta tematiche calde e saldate all’attualità, si spande dal centro alle periferie e, dalle periferie, fuori dai confini della città, fino a Rho. Otto le sedi delle visioni: Anteo Palazzo del Cinema, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università IULM, il Cinemino, Cinema Wanted Clan, Accademia 09, Auditorium di Rho e Spazio Alda Merini. Così racconta questo speciale  festival la direttrice Patrizia Rappazzo: «Diffuso in varie location cittadine, declinato su oltre un mese (è iniziato il 12 marzo e termina il 7 aprile), Sguardi Altrove ha rifatto il look diventando un festival metropolitano che si apre alla città e accompagna il pubblico anche in luoghi tutti da scoprire. Tanti film da vedere e gustare, un’edizione ricca che ha rivoluzionato il format originale e che si inscrive nel tessuto e nei luoghi della città che da tanti anni decreta il suo successo. Un festival pensato per un pubblico eterogeneo, attento e curioso ai nuovi generi e linguaggi. Un inedito cine tour firmato da giovani promesse e nomi noti, per una vertigine di immagini, storie e suoni provenienti da tutto il mondo».

Quasi un mese di proiezioni

Dunque, quasi un intero mese di proiezioni, che si è aperto all’Università IULM con il film A place that doesnt exist, dell’israeliana Tehilla Ruddell, un’anteprima assoluta a cui era presente in sala anche la regista: racconta la storia di una donna alla ricerca di un posto sicuro, in bilico tra la dimensione ultraortodossa e quella della laicità, lei che ha abbandonato il mondo ebraico ortodosso quando aveva 16 anni. Il festival è continuato con gli omaggi a Elvira Notari, nel 150esimo anniversario dalla nascita, prima donna produttrice, regista, sceneggiatrice della storia del cinema italiano, e con gli omaggi al cinema giapponese a regia femminile e alla cantautrice e attivista siciliana Rosa Balistreri. 

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Sguardi Altrove – Università IULM (Foto Facebook)

Nuovi sguardi

Tante le visioni ancora in programmazione e tante quelle in concorso. Nella sezione Nuovi sguardi, gli 8 lungometraggi in lizza incarnano storie di donne che lottano per l’autonomia e l’autoaffermazione in un mondo complesso quando non ostile, come la protagonista kosovara di Hive di Blerta Basholli che, morto il marito in guerra, si improvvisa capofamiglia e mette in piedi una produzione alimentare che darà lavoro alle donne della sua comunità. O come la madre iraniana in Australia di Shayda, diretto da Noora Niasari e premiato al Sundance, che deve vivere in un rifugio per vittime di violenza domestica per proteggere la figlia di sei anni da un padre violento. O, ancora, la maestra coraggiosa Celeste, protagonista del messicano La Falla di Alina Simoes, che porta avanti con lealtà e determinazione il suo lavoro educativo fronteggiando situazioni molto critiche.

Sguardi (s)confinati

In sguardi (s)confinati sono, invece, in corsa per il Premio Il cinema che verrà 2025 11 cortometraggi a regia femminile under 35. Segnaliamo Ana Kann Alles, di Loida García (anteprima italiana), storia di una giovanissima donna che lavora in un centro per rifugiati di Berlino dove l’interesse per una ragazza le farà attraversare tutte le incertezze dei vent’anni opposte alle ferme credenze della fede, mentre, in Messico, la quattordicenne Areli è protagonista di un incredibile scambio economico con cui il padre punta a darla in sposa: succede in Na Savi, con la regia di Sofia Ayerdi. Si parla tanto di genitorialità e maternità nei documentari in concorso in questa sezione: siamo in Italia per Ma’ che, realizzato a tre mani da Arianna Casati, Bianca Thiebat e Camilla Grossi, indaga la relazione intimamente strettissima eppure in qualche modo inconciliabile tra tre madri, le figlie e i figli, mentre la russa Alexandra Valetova in Veras Dream of Sushi ci proietta in un futuro in cui le donne incinte hanno accesso a un software capace di mostrare loro estratti di vita con il nascituro. 

#FRAMEITALIA

In #FRAMEITALIA, concorso cinema italiano contemporaneo a regia femminile e maschile concorrono invece 8 film, che prendono tutte spunto da storie vere. In Girasoli, di Catrinel Marlon, una psichiatra basagliana ante litteram, interpretata da Monica Guerritore, cerca di salvare la giovanissima Lucia, chiusa in una struttura psichiatrica disumana, mentre in Per il mio bene di Mimmo Verdesca, Giovanna, imprenditrice impersonata da Barbora Bobulova, scopre di avere un tumore al pancreas, per sopravvivere al quale necessita di un donatore famigliare: la ricerca metterà in moto uno tsunami relazionale dopo che Giovanna scoprirà che sua madre non è la madre biologica. In concorso, anche La santa di Brooklyn di Ulisse Lendaro, storia di Chiara, promettente pugile della leggendaria Gleason’s Gym, la palestra che ospitò Robert De Niro per Toro scatenato e Hilary Swank per Million Dollar Baby, il cui sogno è interrotto da un incidente sul ring. C’è invece un ragazzino al centro di Cuore di carta, di Kristina Sarkyte, che fatica, vista la sua delicata sensibilità, a specchiarsi nel modello patriarcale del padre padrone.

Dalla violenza economica al lavoro

Ad arricchire la programmazione, veramente ampia e articolata, ci sono produzioni che trattano il tema della violenza economica, vedi Viola con Marina Massironi e Gigio Alberti, della formazione e inclusione sui luoghi di lavoro, vedi On Falling di Laura Carreira, che racconta il presente governato dalla gig economy e dagli algoritmi, mentre 2054 di Alice Gnech & Edoardo Maione, con Angela Finocchiaro e Eleonora Giovanardi, indaga su intelligenza artificiale e femminismo. 

Per seguire l’intera programmazione: https://sguardialtrovefilmfestival.it