Intervento a gamba tesa del comitato tecnico scientifico sul ministro allo Sport, che via social aveva dato l’ok alla ripresa
La partitella di calcetto del giovedì tra amici e colleghi è destinata a slittare ancora. Nel pomeriggio il ministro allo Sport, Vincenzo Spadafora, tramite i propri canali social aveva comunicato: “Ho dato parere favorevole alla riapertura degli sport di contatto. Manca solo l’assenso del ministro Speranza”. In serata, però, il comitato tecnico scientifico avrebbe dato parere negativo circa la ripresa delle competizioni amatoriali.
Mi avete scritto e fatto sentire con forza, dopo che il Consiglio dei ministri ha deciso lo slittamento dal 18 al 25…
Pubblicato da Vincenzo Spadafora su Mercoledì 24 giugno 2020
Calcetto, l’ok di Spadafora
“Mi avete scritto e fatto sentire con forza, dopo che il Consiglio dei ministri ha deciso lo slittamento dal 18 al 25 giugno per la ripresa degli sport di contatto, la voglia e la necessità di ricominciare a giocare nei centri sportivi di tutto il Paese, consentendo a migliaia di gestori e lavoratori di riprendere le loro attività. Per questo, prima dei termini previsti, ho incontrato in video conferenza il Presidente Bonaccini e i rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che hanno stilato le indicazioni per la ripresa immediata, che saranno approvate domani”, aveva illustrato sempre Spadafora. “Già ieri – aveva quindi concluso – ho anticipato il mio parere favorevole alla riapertura. Manca solo l’assenso del ministro Speranza: appena lo darà si potrà ricominciare”.
Vincenzo Spadafora
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Il CTS smentisce il ministro
“In considerazione dell’attuale situazione epidemiologica nazionale, con il rischio di ripresa della trasmissione virale in cluster determinati da aggregazioni come negli sport da contatto”, ha scritto però il comitato tecnico scientifico “debbono essere rispettate le prescrizioni del distanziamento e della protezione individuale”. Niente ripresa del calcetto e di altri sport da contatto a livello amatoriale o di società sportive dilettantistiche, insomma.
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Perché Coppa Italia e Serie A sì, calcetto no?
Se si è derogato con il calcio di serie A, si legge nel documento, è per la presenza “di un interlocutore formale – la società sportiva – che ha assunto piena responsabilità per quanto concerne l’esecuzione e il controllo di uno stringente protocollo di diagnosi e monitoraggio continui. In considerazione della mancanza di simili protocolli – conclude il Cts – a favore di singoli individui che si dedicano a tali attività a livello amatoriale o di società sportive dilettantistiche”, il comitato “non ritiene al momento di poter assumere decisioni al riguardo che siano difformi rispetto alle raccomandazioni sul distanziamento fisico”.