Nasce un nuovo progetto di StartupItalia! che racconta come cambia ogni giorno il mondo dello sport grazie alla tecnologia e ai tanti che si mettono i gioco
Lo sport è il più antico e collaudato dei social network, nato come Facebook, ma ben prima di Facebook, attorno a quel minino comun denominatore che sono allenamenti, partite, gare, gli stessi riti in tutto il mondo, le stesse discipline in tutto il mondo, tutto interpretato secondo passioni diverse.
Perchè lo sport ha bisogno di storytelling
Lo sport gestisce e produce una quantità incredibile di dati ma solo negli ultimi tempi si è reso conto che anche questa è una delle sue ricchezze perchè, almeno in Italia, non avendo un ruolo centrale nella vita pubblica non ha mai immaginato per sè un ruolo altrettanto centrale. Lo sport ha un problema di storytelling si potrebbe dire oggi.
Si pensa allo sport e in automatico si dice: l’importante è partecipare, pensando sia questa la dichiarazione costitutiva di un movimento che è nato nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Invece, il motto delle Olimpiadi Moderne era Citius, Altius, Fortius, più veloce, più in alto, più forte, un manifesto da startup se vogliamo, e fu pronunciato la prima volta nel 1896 per la rinascita appunto dei Giochi. La seconda dichiarazione di identità, che pure è un manifesto per le startup, un invito a entrare in gioco, a provarci, arrivò solo 12 anni dopo.
Oggi questi due secoli di storia invece che pesare sullo sport ne fotografano la ricchezza. Le smart cities sono quelle che hanno gli impianti sportivi migliori. Gli eventi, i grandi eventi, muovono il turismo, tanto quanto la pratica di base, per come permessa dalle amministrazioni locali realizzando non solo arene e stadi ma anche e soprattutto percorsi attrezzati, per la corsa, per le bici e, ultima novità, le e-bike, allunga le stagioni delle località estive e invernali. E senza parlare di stagioni, basta dire che l’equazione sport=salute non solo è riconosciuta ormai da tutti, è addirittura diventata il primo capitolo di qualunque progetto di risparmio pubblico: stare bene è un dovere sociale, dice Nerio Alessandri, il miglior sport startupper italiano, intendendo che un cittadino in forma è anche un beneficio per i conti della collettività che risparmia grazie alla sua tonicita’evitando cure e medicine.
Che cos’è SportUp
Oggi nasce un nuovo progetto su StartupItalia! si chiama SportUp e vuole raccontare tutta le tecnologia e l’innovazione che gira intorno al mondo dello sport. Un modo di seguire le più grandi passioni degli italiani da un punto di vista differente e che, come sempre, guarda alla community di StartupItalia! per trovare spunti e argomenti di interesse. Questo racconto, che iniziamo oggi e a cui ci auguriamo vi abituerete presto, nasce grazie al sostegno di Wylab, l’incubatore con sede a Chiavari che si occupa di startup sportive.
Noi siamo pronti allora a percorrere insieme una strada nuova ma che, ancora una volta, si poggia su quello che ci chiede la nostra community, per questo su SportUp troverete le storie di chi sta cambiando le proprie strategie grazie alla tecnologia, di chi ha scelto di provare a interrogare i dati per ottenere un risultato migliore, di chi ha lasciato tutto per fondare una startup. E ancora le interviste ai protagonisti del cambiamento e a chi continua a mettersi in discussione pure essendo applaudito da tutti. Saremo attenti, certo, al risultato, che resta la prima misura dello sport, ma consapevoli che quei numeri rendono evidente solo una parte della storia. Sotto, dietro le quinte c’è molto di più. Soprattutto, non c’è solo lo sport più visibile a esplorare il nuovo mondo della tecnologia.
Per vedere tutto, per vedere oltre, bisogna avere lo spirito che ebbe Dick Fosbury che nel 68, a dimostrazione che lo sport è sempre presente nei momenti di snodo, ai Giochi Olimpici di Città del Messico portò la sua rivoluzione sul gradino più alto del podio nella gara di salto in alto. Fino ad allora, tutti avevano saltato in moda, tecnica ventrale si chiama. Lui, convinto che si potesse fare meglio in altro modo, sfidò tutti saltando l’asticella di schiena. Da allora il salto alla Fosbury è la tecnica dominante, e tale resterà fino a che non arriverà un nuovo Dick Fosbury. Come sono arrivati Michael Jordan, Roger Federer, Cristiano Ronaldo, e tanti altri, eredi moderni di una lunga lista di sognatori che hanno presentato al mondo la loro startup. Anzi, il loro SportUp.