A un anno dal via l’organizzazione ha svelato composizione e design dei premi: 6 grammi d’oro per il primo, argento puro per il secondo e una lega di rame e zinco per il terzo
Il comitato organizzatore delle Olimpiadi di Tokyo ha diffuso l’aspetto delle medaglie che saranno assegnate l’anno prossimo. Realizzate da Juinichi Kawanishi, sono il frutto di una competizione che ha messo l’uno contro l’altro i progetti di oltre 400 professionisti e studenti.
Ma, come si sa da tempo, l’aspetto curioso delle medaglie è che sono prodotte in gran parte con metalli e materiali recuperati da una grande quantità di dispositivi elettronici riciclati. Insomma, nascono direttamente dalle montagne di e-waste, spazzatura elettronica che infesta il pianeta.
La composizione delle medaglie
Misurano 85 millimetri di diametro, 7,7 millimetri nella parte più sottile e 12,1 in quella più spessa. Nello specifico, le medaglie d’oro saranno rivestite ciascuna di 6 grammi di oro su una base di argento puro. Quelle d’argento si limiteranno ovviamente alla materia prima senza patine e quelle di bronzo saranno confezionate usando una lega di ottone rosso realizzata a sua volta col il 95% di rame e il 5% di zinco. I premi sfoggiano una superficie ruvida sull’anello esterno, che circonda un centro liscio e brillante contenente, sul retro, il logo della manifestazione.
Oltre 32 chili d’oro recuperati
Tutti questi metalli preziosi sono stati appunto recuperati con un lavoro molto lungo, lanciato addirittura nell’aprile del 2017. Una campagna di raccolta di dispositivi dismessi o rotti che ha condotto alla cifra notevolissima di 78.895 tonnellate di attrezzature fra smartphone (6,21 milioni di telefoni), pc, monitor e altro. Ne sono stati ricavati ben 32 chili d’oro, 3.500 di argento e 2.200 di bronzo.
Il design, come prescritto dal Comitato olimpico internazionale che ha sede a Losanna, include ovviamente il simbolo dei cinque cerchi, icona dei giochi, il nome ufficiale della manifestazione e la dea greca Nike, personificazione della vittoria alata figlia del titano Pallante e della ninfa Oceanina Stige, di fronte allo stadio Panathinaiko o Kallimarmaron Panathinaiko stadio, noto anche come Kallimarmaron.
La storia dello stadio Panathinaiko
Si tratta di un affascinante stadio di Atene, risalente al 560 a.C. e che già nel 140 d.C, con l’ampliamento voluto da Erode Attico, poteva ospitare 50mila persone (oggi i posti sono 80mila). L’obbligo di inserire lo sfondo dello stadio – sepolto per secoli e riscoperto nel 1870 – è legato alla sua storia indissolubile con le Olimpiadi: lo scrigno di marmo del monte Pentelico ha infatti ospitato gli eventi principali dei Giochi della I Olimpiade nel 1895, dei Giochi olimpici intermedi ed alcuni eventi dei Giochi della XXVIII Olimpiade. La sua effigie è stata sulle medaglie dall’edizione del 2004.