Dopo videogiochi GDR di spessore come The Technomancer e GreedFall, il team di sviluppo interno a Nancon cambia genere e apre le danze nel settore soulslike
Qui sulle pagine di StartupItalia avevamo fatto conoscenza con l’ex team indie (ora entrato nel vivaio di Nacon, che ha appena aperto uno studio anche qui a Milano e noi eravamo presenti all’inaugurazione) Spiders fondato e guidato dalla sviluppatrice Jehanne Rousseau ai tempi del riuscito Greedfall, sul finire del 2019 (siamo recentemente tornati da quelle parti in occasione dell’uscita di GreedFall: Gold Edition). Dal momento che prima di allora lo studio di sviluppo d’Oltralpe si era prevalentemente concentrato su giochi di ruolo, ci aveva sorpreso l’intenzione di cambiare decisamente genere, per debuttare nel capo dei soulslike. Ecco perché ci siamo avvicinati a Steelrising con tanta curiosità ma anche più di un dubbio…
Steelrising, ha inizio il periodo del Terrore (metallico)
La firma di Spiders è leggibile in filigrana, nel fatto che la trama di Steelrising sia davvero ben scritta e affascinante, per quanto completamente fuori di zucca (in più di un’occasione potrebbe sembrarvi una produzione nipponica, tanto è sopra le righe). Siamo difatti a Parigi, nel 1789, agli albori della Rivoluzione francese. Qualcuno ha però avvertito il Re Sole della sommossa in atto, dandogli il tempo e il modo di organizzare una cruenta controffensiva: ha riversato per le strade della capitale legioni di Automi che hanno soppresso ogni tumulto nel sangue.
Il silenzio di una città che fatica a comprendere quanto sia appena accaduto è rotto solo dall’esercito del monarca, che ha perso completamente il senno. Re Luigi XVI vede ormai nemici e cospiratori ovunque, tando da aver fatto rinchiudere perfino sua moglie, che così ha deciso di incaricare la sua fedele Aegis, capolavoro di meccanica creato dall’ingegnere Vaucanson, un tempo dama di compagnia (opportunamente aggiornata e convertita per essere la guardia del corpo della Regina), di farsi largo tra le strade di una Ville Lumière mai così buia e mesta per comprendere cosa stia accadendo.
In questa versione “riveduta e corretta” della Rivoluzione si muovono comunque personaggi storici di prim’ordine, come Lafayette e Robespierre che conferiscono alla produzione francese fascino da vendere. Il fulcro del gioco, però, è spostato sull’azione e sui combattimenti.
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Tutto ha inizio con la creazione del personaggio, in verità minima, potendo intervenire solo su alcuni dettagli estetici (come i materiali di realizzazione o la parrucca indossata) e, aspetto più importante ai fini ludici, la classe (Guardia del corpo, ballerina, alchimista, soldatessa… ciascuna con i suoi bonus controbilanciati da altrettanti malus).
Ogni mestiere è connesso ad armi specifiche, ma non preclude l’utilizzo delle altre. Il che è sicuramente un bene, visto che sono una quarantina e parte del divertimento consiste proprio nello sperimentarle tutte. Noi ci siamo rivolti a quelle leggere perché, come negli altri videogiochi sviluppati dal team di Jehanne Rousseau, quelle pesanti sono a dir poco ostiche da usare. Ma l’aspetto migliore di Steelrising, più che nei combattimenti – un po’ legnosetti, altro marchio di fabbrica di Spiders – risiede senza dubbio nella conformazione dei livelli.
Immaginatevi questa nuova IP come un miscuglio tra Assassin’s Creed e Sekiro: Shadows Die Twice, da cui sembra tratto l’Arpione del Vescovo, macchinario che consente, in modo del tutto inedito o quasi per un soulslike, di mettere in campo una verticalizzazione dei livelli inattesa. Non sempre il design è riuscitissimo, ma sicuramente Steelrising riesce a compensare con la qualità degli scenari, capaci di competere senza timore di sfigurare con le produzioni maggiori. Insomma, abbiamo per le mani un videogioco che ha fascino da vendere e che ci sentiamo di consigliare soprattutto a chi decide di avvicinarsi al genere soulslike.