La trasmissione inglese Top Gear con i suoi record d’ascolti ripetutamente infranti a livello mondiale ha permesso ai suoi conduttori di entrare nell’Olimpo del giornalismo automobilistico. In pochi però sanno che, prima che il trio composto da Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May si cementificasse, accanto ai primi due si trovava Steve Berry, decisamente meno conosciuto e questo perché nel 1999 i primi due decisero di congedarlo per prendere a bordo “Captain Slow”.

Steve Berry non stima troppo Jeremy Clarkson
Non sorprende, insomma, che Steve Berry oggi non abbia grande stima per Jeremy Clarkson, come riportato dai media britannici a seguito di una recente intervista. Per il conduttore trombato da Top Gear Clarkson è semplicemente un «grandissimo esibizionista ed egoista».
L’ex co-conduttore, che nella trasmissione della BBC si occupava di recensire soprattutto motociclette (in molti sostengono che le numerose battute che Jeremy ha spesso fatto sulla noia che prova quando sente parlare di due-ruote fossero dirette proprio a Steve Berry) ha raccontato la sua prima esperienza con Clarkson: «Il primo servizio fotografico a cui ho partecipato è stato presentato da un certo signor Jeremy Clarkson. E non lo dimenticherò mai: si è presentato con due ore di ritardo. Io sono arrivato mezz’ora prima perché volevo fare colpo».

Quindi Steve Berry s’è lasciato andare a un aneddoto più recente: «Anche se io e lui non siamo mai andati molto d’accordo, l’ultima volta che l’ho incontrato di persona a una mostra di auto e c’era un open bar e lui mi ha detto: Barry, la gente sa che non ci piacciamo, ti offro una pinta e staremo lì a fingere che ci piacciamo.»
Quanto al rapporto tra Clarkson, May ed Hammond: «Chiunque abbia guardato la serie ‘I tre amici’ di Top Gear saprebbe che esiste una gerarchia, non è vero? Non sono tutti e tre uguali. C’è James, c’è Richard e poi c’è Jezza [Clarkson], e Jezza è il capo della banda.» Quindi Steve Berry ha concluso: «nella vita reale, Jeremy è una versione meno pomposa della persona che si vede sullo schermo. Non si potrebbe interpretare quel personaggio per tutti quegli anni se non fosse un po’ così».