Una startup di tre sole persone è riuscita a fare il grande salto e ora ha creato un videogame a tutto tondo
The Forgotten City non è la prima mod che diventa un videogioco a sé stante. In passato, anche se di rado, è già successo altre volte. Ma capita rarissimamente. Le mod sono infatti le modifiche che i fan che se la cavano con la programmazione innestano sui videogiochi per PC, riscrivendo il codice di gioco. Alcune si limitano ad arricchire la grafica o a introdurre nuovi personaggi: i più bravi creano missioni aggiuntive, ma quelli davvero in gamba usano il motore grafico e l’intelaiatura del videogame originale per creare un titolo ex novo.
Da Skyrim a The Forgotten City
I tre ragazzi australiani (oggi hanno assunto anche un addetto stampa, perciò sono in quattro) dietro a Modern Storyteller hanno impiegato quasi un lustro per trasformare la loro mod, scaricata tre milioni di volte, nel videogioco che uscirà oggi. Il primo videogame del trio guidato da Nick Pearce, che nella vita passata era un legal and strategy advisor, mentre ora scrive sceneggiature videoludiche, è impalcato su Skyrim, videogioco Bethesda del 2011 (facile ricordarsi la data d’uscita: 11-11-11), ma strutturalmente è molto diverso.
Scordatevi i combattimenti. In The Forgotten City sono davvero pochissimi. Per lo più sostituiti da tanti, tantissimi dialoghi e dalla necessità di far ragionare la nostra materia grigia. Vi diremo quanto basta per comprendere i fatti alla base del gameplay: impersoneremo un archeologo moderno che, chissà come, finisce nella Roma antica. Ma è solo la prima tappa del suo viaggio, visto che, nemmeno il tempo di ambientarsi e, da una catacomba, piomba in una misteriosa cittadina sotterranea in cui vige la feroce dittatura della Regola d’Oro.
Se qualcuno commetterà un peccato, tutti i cittadini verranno uccisi, tramutati in statue d’oro. È questo il fato che attende chi si aggira per questo piccolo agglomerato antico e misterioso, scosso non solo dalla paura ma anche dalle prossime elezioni. Non si sa quale sia l’elenco delle azioni ritenute peccati e, se mai doveste commetterne qualcuna (e non tarderete a farlo), vi ritroverete in una bizzarra dimensione in cui esseri divini proveranno a trafiggervi con dardi che vi tramuteranno in statua, dando corpo alla profezia. Se riuscirete ad attraversare la versione onirica della Città Dimenticata schivando le frecce, ripartirete dal principio, riavvolgerete il nastro fino al vostro primo arrivo nell’urbe romana, conservando però le conoscenze acquisite fino a quel momento.
Inutile dire che, vuoi le dimensioni compatte della cittadina, vuoi la presenza di pochi personaggi ma di spessore, le cui vite si intrecciano continuamente, in un dedalo di passioni, inimicizie e rivalità che starà a voi scoprire, vuoi la possibilità di sbagliare connaturata all’esigenza di procedere, ricominciare per poter completare l’avventura, The Forgotten City ricorda quello strano esperimento che Shigeru Miyamoto volle tentare sul finire degli anni ’90: The Legend of Zelda – Majora’s Mask. Spogliando il vecchio titolo Nintendo dei suoi quattro dungeons e degli enigmi a base di maschere, resta proprio questa curiosa avventura.
Certo, il fatto che sia stato sviluppato da sole tre persone si vede: scordatevi dialoghi particolarmente profondi, capaci di cambiare di continuo e in più, rispetto al titolo Nintendo, che dal canto suo proprio per evitare una certa monotonia di base aveva suddiviso l’avventura in tre giornate virtuali, in grado di scandire la progressione degli eventi e di far evolvere il vostro rapporto con i PNG, si resta intrappolati in una sorta di limbo in cui il tempo si è davvero fermato. Ma, in compenso, questa piccola mod oggi videogame a sé stante riesce ad affascinare, tra enigmi, momenti passati esplorando e setacciando ambienti piuttosto dettagliati e idee d’un certo spessore, collegate al nostro arco fatato (lo troverete quasi subito), capace di tramutare qualunque cosa in oro.