Sento ancora quella musica che fa “Ricarica!, Ricarica!, Ricarica!”
Nelle sale giochi era un ritornello parecchio frequente:”Reload! Reload! Reload!”. Spesso proveniva dal cabinato più grande, quello con fucili in plastica monocolore ben realizzati che ci stavano addosso una meraviglia, con i quali smitragliare ovunque. Quante monetine investite per procedere nei livelli, nella speranza di resistere alle orde che affollavano lo schermo e quasi ci divoravano la faccia. Nella seconda metà degli anni ’90 uno di questi titoli si è ritagliato uno spazio di primo ordine: The House of the Dead. Sviluppato dalla giapponese WOW Entertainment (parte dell’universo SEGA) è stato uno degli fps horror più interessanti, capaci di avvicinare tutti al mondo di zombie e orribili mostri. Nel 2022 una startup polacca ha deciso di raccogliere la sfida: MegaPixel Studio S. A. ha appena sfornato The House of the Dead: Remake. Lo abbiamo provato su Nintendo Switch.
Disponibile in italiano e con una modalità storia affiancata da quella più hardcore (Orda), The House of the Dead: Remake è un videogioco sul quale preferiamo partire dai pro. L’operazione nostalgia è riuscita sotto tanti punti di vista: a livello grafico ci rendiamo conto di quanto avanti fossero già gli sviluppatori di SEGA sul finire del secolo scorso. In un fps on rail, veniamo messi a bordo di una sceneggiatura frenetica e piena di cambi di inquadratura. In The House of the Dead: Remake non ci si muove, ma si spara soltanto. L’azione vi potrebbe dunque sembrare ridotta all’osso, ma è tutto a favore di una regia che ci accompagnerà in stanze e luoghi pieni zeppi di zombie e mostri. Non si assiste allo spettacolo, ne si è protagonisti.
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La storia non è di quelle che vi faranno gridare all’Oscar. Impersonando Thomas Rogan, arriviamo di corsa nel cortile di una villa laboratorio, che offre tranquilla dimora a un esercito di zombie. A spingerci tra queste affollate stanze è l’amore per Sophie, la classica donzella in difficoltà. Il cattivo di turno è lo scienziato pazzo che ci aspetta alla fine delle nostre fatiche. Ma prima di arrivarci dovrete consumare una montagna di proiettili.
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The House of the Dead: Remake non è un survival horror che vi tiene con l’ansia di avere i colpi contati. Aprite anzi il fuoco non appena qualcosa si muove e caricate la console, pardon, l’arma a ogni “Reload!”. I colpi sono infiniti e non è quello di cui dovrete preoccuparvi. Salvando alcuni civili indifesi riceverete perfino in cambio vita preziosa. Sappiate che il software è fatto per mostrarsi godibile anche a chi non ha una mira da cecchino. Non c’è un game over a ogni morte, ma si può ricaricare la partita per ricominciare dall’ultima sessione infernale.
Gli scenari di gioco cambiano in pochi secondi e ogni avversario, boss o mini boss ha il proprio pattern d’attacco. Ci saranno i vermi striscianti, i pipistrelli che vi attaccheranno dall’alto, gli armadi che vi assalteranno con una motosega e lupi mannari agili come scimmie. Utilizzate lo stick sinistro per mirare e aprite il fuoco per collezionare più punti possibili e arrivare alla conclusione di ciascun capitolo.
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Veniamo dunque alle pecche. Nell’affrontare The House of the Dead: Remake non abbiamo potuto non notare alcune situazioni spiacevoli, capitate proprio nel momento clou delle sparatorie. Ci riferiamo al mirino che, improvvisamente, non rispondeva più ai nostri comandi e rimaneva fisso o confinato in una parte della schermata, lasciandoci in balia delle botte e dei morsi degli zombie. Probabilmente il problema è limitato e una patch imminente potrebbe risolvere il tutto. Non sempre poi il mirino rosso – un po’ piccolino tra l’altro – riesce a distinguersi nell’assalto nemico. Con una schermata che gronda sangue e piena di facce non proprio carine non è facile capire dove stiamo puntando. Nel dubbio, meglio sparare.
The House of the Dead: Remake resta comunque un prodotto che merita di essere scoperto o riscoperto. La sua storia è vivace e folle, esattamente come vogliono trame horror dove all’esagerazione non c’è limite. Affrontabile in varie difficoltà, offre pure una rigiocabilità soddisfacente. Il nostro consiglio è di tenervi l’Orda per il bis.